Il latte materno è prodotto e rilasciato grazie all’attività di due ormoni: rispettivamente la prolattina e l’ossitocina. Dopo il parto questi ormoni sono stimolati prevalentemente dalla suzione del bambino. Inoltre l’efficace trasferimento di latte dalla mammella al bambino, garantisce la produzione di nuove quantità di latte. Allattare al seno materno è un gesto particolarmente importante e una delle cose fondamentali nel rapporto madre-bambino: va infatti ad apportare numerosissimi benefici sia alla madre che al bambino stesso. Il latte materno modifica la propria composizione nel corso della poppata e con il trascorrere del tempo, inoltre contiene gli anticorpi prodotti dalla mamma. Queste caratteristiche conferiscono al bambino allattato al seno numerosi vantaggi come la protezione dalle infezioni fin dalle prime ore di vita e la prevenzione dell’obesità da adulto. Anche la mamma che allatta trae notevoli benefici tra cui una maggiore protezione contro il cancro della mammella prima della menopausa e, secondo alcuni studi, il tumore dell’ovaio.

L’inizio dell’allattamento al seno è facilitato dal contatto pelle-pelle tra madre e neonato subito dopo la nascita per almeno un’ora e la mamma va incoraggiata ad allattarlo, se il bambino si mostra pronto. Tenere il neonato accanto alla mamma, nella stanza (rooming-in), la aiuta ad allattarlo facilmente e a imparare a riconoscere i segnali precoci di fame del bambino per un allattamento a richiesta, senza cioè prestabilire gli orari, o a stimolarlo a poppare se necessario. Promuovere le poppate frequenti previene l’ingorgo mammario e favorisce la produzione di latte. E’ importante fornire un aiuto pratico alla mamma per allattare e spiegarle, se necessario, come fare: quale sia il posizionamento e l’attacco al seno adeguato e come riconoscere se la suzione del bambino è efficace. L’allattamento materno esclusivo (cioè solo latte materno) dovrebbe essere condotto per i primi sei mesi di vita. Una volta introdotti i cibi solidi, l’allattamento materno può proseguire fino all’anno di vita o, meglio, come raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità fino ai due anni d’età e oltre, come mutuamente desiderato da madre e bambino.

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La migliore strategia per prevenire i problemi dell’allattamento è osservare e facilitare la poppata al seno del bambino nonché promuovere lo svuotamento frequente della mammella. E’ sconsigliata la preparazione del capezzolo con creme o unguenti e l’uso dei paracapezzoli salvo in casi specifici e con la guida di personale sanitario esperto. I principali problemi dell’allattamento sono le lesioni del capezzolo, l’ingorgo mammario, la mastite e le infezioni da Candida albicans. Per il trattamento delle lesioni il primo approccio consiste nel valutare e correggere il posizionamento e l’attacco al seno del neonato. E’ necessario ricorrere ai farmaci in caso di mastite (antibiotico) e in caso di infezione da Candida albicans (antimicotico sia per la madre sia per il bambino). In casi specifici relativi alla mamma (per esempio capezzoli piatti o invertiti, o troppo grossi), o al neonato (prematurità, malattia, etc.), è necessario un supporto specifico, che punti a facilitare l’attacco al seno, se possibile, e a stimolare e mantenere l’offerta materna di latte tramite la spremitura manuale o l’uso del tiralatte. Per i bambini pretermine o in alcune patologie è indicato l’uso del latte donato, nel caso in cui il latte materno non sia disponibile o sufficiente. Per verificare che il bambino allattato al seno stiano mangiando a sufficienza occorre valutare alcuni segni come il numero di pannolini sporcati (emissione di feci e urina), l’incremento ponderale e la tranquillità del bambino subito dopo la poppata. Se a questa valutazione dovesse emergere che il bambino non sta mangiando a sufficienza bisogna individuare la causa del problema e proporre una strategia di recupero dell’allattamento. In alcuni casi può essere necessario, anche temporaneamente, integrare l’alimentazione del bambino con latte di formula. E’ importante comunque offrire sempre per primo il latte materno in modo da continuare a stimolare la produzione del latte e, se indicato, raccogliere il latte al termine delle poppate. In alcune rare condizioni (positività al test per HIV, terapia antiretrovirale, chemioterapia, assunzione di droghe) l’allattamento materno è controindicato. In questi casi si deve ricorrere esclusivamente al latte in formula.  L’allattamento al seno va protetto dalla pressione della pubblicità dei sostituti del latte materno o degli alimenti dell’infanzia o altre pratiche non in linea con il Codice di Commercializzazione dei prodotti sostitutivi del latte materno.