40 minuti e una provetta di sangue… questo è quello che promettono gli inventori del “setaccio” hi-tech che permetterà in un futuro prossimo la diagnosi precoce delle metastasi e quindi una migliore personalizzazione delle terapie. Questa tecnologia, sviluppata da un gruppo di ricercatori italiani grazie ad una piattaforma di National Instruments, agisce frazionando il sangue in goccioline miscroscopiche e analizzandole ognuna alla ricerca di rifiuti prodotti dal metabolismo delle cellule tumorali. In pratica quando le cellule impazziscono utilizzano grandi quantità di glucosio e ossigeno, producendo così acido lattico che una volta riversato all’esterno comporta un abbassamento del PH, ed è proprio questa variazione che si va a ricercare in ogni gocciolina di sangue. Dai primi test il setaccio hi-tech sembra molto efficace riuscendo a riconoscere svariati tipi di tumore ad un costo nettamente minore rispetto alle attuali, e poco efficaci, tecniche utilizzate. I ricercatori sono intenti a perfezionare la tecnica così da poterla portare al letto del paziente quanto prima. “Pensiamo che nel giro di un paio di anni la nostra tecnologia porebbe già essere introdotta sperimentalmente nei centri oncologici più avanzati – afferma Del Ben – mentre dovremo forse aspettare qualche anno in più perche’ diventi una tecnica diagnostica usata di routine”.