L’esperimento che viene presentato in questo articolo potrebbe rivoluzionare il trattamento di particolari forme di patologie agli arti inferiori ma, soprattutto, al cuore. Dopo l’angioplastica semplice, con cui si inserisce un palloncino per riaprire il vaso, e quella con impianto di stent, in cui un’ “impalcatura” metallica resta a mantenerlo pervio, da qualche tempo esiste la possibilità di scegliere palloni medicati che rilasciano farmaci in grado di scongiurare l’occlusione successiva dell’arteria e sono una sorta di via di mezzo fra le altre due opzioni. Per chiarire come, quando e su quali pazienti sono utilizzabili, è stato pubblicato da poco sull’European Heart Journal il documento di consenso internazionale sull’impiego nelle arteropatie periferiche, dopo analoghe linee guida per l’uso nelle coronaropatie. Il pallone medicato è in pratica lo stesso che viene adoperato per la consueta angioplastica, ma è in grado di “foderare” di farmaci antiproliferativi la parete del vaso dove viene gonfiato: in questo modo si previene la successiva riocclusione dell’arteria, un’evenienza che si manifesta ad esempio nel 20-60 per cento dei pazienti su cui è applicato il palloncino “semplice”. Il pallone medicato è già usato per riaprire le coronarie, le nuove linee guida indicano come impiegarlo quando a chiudersi è un’arteria degli arti inferiori. «Abbiamo chiarito che, ad esempio, è un’opzione utile per chi ha un’occlusione dell’arteria femorale e quindi per combattere la claudicatio intermittens o malattia delle vetrine, in cui il dolore alle gambe costringe chi ne soffre a fermarsi molto spesso mentre cammina: gli studi hanno dimostrato che il pallone medicato è meglio della semplice angioplastica ed efficace quanto gli stent, che però in questo distretto rischiano maggiormente di rompersi a distanza di tempo. Nei diabetici, nei dializzati o in altri pazienti con occlusioni delle arterie al di sotto del ginocchio che potrebbero portare all’amputazione, il pallone medicato è l’unica alternativa possibile all’angioplastica semplice, perché non si possono usare gli stent su arterie piccole come quelle di questo distretto corporeo. Il documento di consenso spiega come impiegare il pallone medicato e richiama anche alla necessità di ulteriori ricerche, visto che uno dei dispositivi in commercio è stato ritirato a seguito di problemi: serve comunque cautela nell’uso e maggiori dati, ma le evidenze disponibili fanno ipotizzare che il pallone medicato possa essere impiegato sempre più spesso, sulle arteriopatie periferiche e anche sulle coronarie. A oggi in Italia si sceglie per circa il 5 per cento dei pazienti, in Germania dopo che per questi prodotti è stato istituito un rimborso l’uso è salito fino al 20 per cento. Rispetto allo stent, il pallone medicato è ugualmente efficace ma consente una riduzione della degenza e del pericolo di trombosi successiva: per questo pensiamo che in un prossimo futuro sarà sempre più diffuso», conclude Cortese.