Adroterapia e radioterapia: ecco le differenze

L’adroterapia non è una terapia sperimentale ma una forma avanzata di radioterapia sviluppata per trattare i tumori non operabili e resistenti ai tradizionali trattamenti radioterapici. Non è sostitutiva della radioterapia, con cui oggi è trattata circa la metà dei malati oncologici, ma è necessaria nei casi in cui la radioterapia si rivela inefficace. Ciò accade ad esempio con i tumori «radio-resistenti» e nei casi in cui i tessuti tumorali sono vicini ad organi vitali e delicati come, occhi, nervi, cervello o intestino, che devono essere preservati dagli effetti collaterali della radioterapia.
L’adroterapia, infatti, è in grado di colpire solo il tumore preservando i tessuti sani e permette di somministrare dosi più intense di radiazioni aumentando le possibilità di successo del trattamento. Questo perché mentre la radioterapia convenzionale utilizza raggi X o elettroni, l’adroterapia prevede principalmente l’uso di protoni o ioni carbonio: particelle atomiche, dette «adroni» più pesanti e dotate di maggiore energia degli elettroni e quindi più precise ed efficaci. Il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO) di Pavia è uno dei quattro centri mondiali, l’unico in Italia, in grado di effettuare l’adroterapia sia con protoni che con ioni carbonio. Il CNAO è una fondazione privata, senza scopo di lucro, istituita dal Ministero della Salute nel 2001. Il centro è ora convenzionato con il Servizio Sanitario solo per la Lombardia e l’Emilia Romagna. Per le altre Regioni è necessario procedere con l’autorizzazione delle ASL di residenza, con grandi difficoltà. A oggi qui sono stati trattati 620 pazienti per i quali non esisteva un trattamento alternativo e si continuano a curare pazienti che rientrano nei 23 protocolli clinici autorizzati dal Ministero della Salute, per i tumori che colpiscono: sistema nervoso centrale (gliomi ad alto grado, gliomi a basso grado); base cranica (cordomi e condrosarcomi, meningiomi); occhio e orbita (melanoma oculare e altri tumori rari che toccano la congiuntiva, ghiandole lacrimali, o i tessuti nervosi o connettivali); testa e collo (adenocarcinomi, carcinomi adenoidei cistici, sarcomi, melanomi mucosi; tumori di origine epiteliale come i carcinomi spino-cellulari in fase avanzata); seni paranasali e cavità nasali; ghiandole salivari; distretto addominale (fegato e pancreas per tumori in fase avanzata); distretto pelvico (prostata , per tumori ad alto rischi e retto, per le recidive); ossa e tessuti molli (sarcomi). Presto potranno essere trattati anche i linfomi di Hodgkin e i tumori pediatrici.
Per accedere al trattamento è necessaria una visita con i medici del CNAO che analizzano gli esami diagnostici già eseguiti.Medici e tecnici definiscono la posizione sul lettino studiata per consentire la maggior precisione possibile del raggio (indolore) che colpirà i tessuti tumorali. Poi si deve individuare, attraverso TAC, risonanza magnetica e PET, il tessuto tumorale da irradiare. Ogni ciclo di trattamento può durare da una a sei settimane con una seduta al giorno (di circa mezz’ora) per quattro o cinque giorni a settimana. Insomma, i passi in avanti ci sono anche in Italia e sono davvero ben studiati! Fino a qualche anno fa, infatti, curare attraverso l’androterapia era possibile sono in 3-4 centri del Mondo: da qualche anno a questa parte abbiamo anche un Centro italiano.