Comunemente viene definita “gobba”. E’ la curvatura della parte alta della schiena che costringe il soggetto che ne è affetto a stare proiettato con la testa in avanti (la curvatura, in termini scientifici, si dice essere “in senso antero-posteriore e a concavità anteriore”). Una deformità a carico della colonna vertebrale che, in ambito medico, si chiama “cifosi”. Questo disturbo è particolarmente presente a livello di tutta la popolazione mondiale e, di anno in anno, sembra crescere in maniera sempre più esponenziale.
Se un leggero grado di curvatura in avanti della parte alta della schiena è fisiologico e, in modo più o meno accentuato, è presente in ogni persona, quando è eccessivo diventa patologico: ed è in questo caso che si parla di cifosi. All’origine della cifosi c’è uno schiacciamento delle vertebre della parte alta della colonna. Diverse le cause che possono essere all’origine di questo disturbo: possono essere congenite (dovute a malformazioni delle vertebre, ad esempio) o acquisite (come conseguenza di diversi processi patologici tra cui osteoporosi, neoplasie, lesioni ossee vertebrali o dei muscoli paravertebrali e, soprattutto negli adolescenti, difetti posturali ripetuti nel tempo). In particolare tra le cause congenite all’origine di questo disturbo è da mettere in evidenza la malattia di Scheuermann (o cifosi osteocondrosica), patologia che esordisce in età adolescenziale caratterizzata dallo schiacciamento di almeno tre vertebre vicine.
Diversi sono gli esami che possono essere richiesti per diagnosticare la presenza di cifosi. Una semplice radiografia può essere utile per determinare il grado di curvatura e rilevare deformità delle vertebre; una TC (tomografia computerizzata) per vedere la cifosi da diverse angolazioni e ottenere immagini delle strutture interne; la risonanza magnetica per escludere la presenza di tumori o infezioni; test sui nervi (in caso di intorpidimento o debolezza muscolare) per capire se gli impulsi nervosi viaggiano nel modo migliore tra il midollo spinale e gli arti. Il trattamento di questa condizione si avvale di approcci diversi a seconda del grado di gravità del disturbo e a seconda della causa che ne è alla base. Dal punto di vista farmacologico vengono spesso impiegati medicinali antidolorifici; l’allungamento muscolare può migliorare la flessibilità della colonna vertebrale, mentre gli esercizi che rafforzano i muscoli addominali e dorsali possono migliorare la postura (anche in questo caso evitare il “fai-da-te” e affidarsi a mani esperte). Nei casi di cifosi severa, soprattutto se la curvatura della colonna vertebrale va a interessare la trasmissione degli impulsi nervosi, può essere preso in considerazione un intervento chirurgico per ridurre il grado di curvatura.