Complicanze dell'aspirazione tracheobronchiale

L’aspirazione tracheobronchiale può determinare una serie di complicanze più o meno gravi. L’osservanza delle indicazioni e delle raccomandazioni permette di minimizzare il rischio. Nell’adulto occorre utilizzare un sondino che non occluda più della metà del diametro interno della via aerea artificiale e nei bambini non deve occludere più del 30% del diametro interno. A seguito di manovre scorrette (aspirazione prolungata, sondini di calibro non adeguato) si possono generare reazioni vaso-vagali con conseguenti bradiaritmia e ipotensione, nei neonati sono frequenti le aritmie.

Precauzioni e controindicazioni

L’aspirazione tracheobronchiale è una manovra potenzialmente pericolosa. Si raccomanda, pertanto, l’uso nell’adulto di un sondino che non occluda più della metà del diametro interno della via aerea artificiale per evitare di esercitare un’ulteriore pressione negativa nelle vie aeree e ridurre la caduta del livello di O2.

Nei bambini si consiglia addirittura l’utilizzo di un sondino che occluda non più del 30% del diametro interno della via aerea artificiale. Le controindicazioni riguardano il rischio di reazioni avverse che variano a seconda dell’approccio usato. L’edema laringeo controindica l’approccio translaringeo e la diatesi emorragica controindica l’approccio transtracheale. Tale manovra è inoltre rischiosa per i pazienti con aritmie cardiache, broncospasmo, ipossiemia o ipercapnia durante precedenti aspirazioni. La maggior parte di queste controindicazioni richiede una valutazione medica e infermieristica accurata sulla necessità di aspirare l’albero tracheobronchiale o di ricorrere a tecniche alternative come: aumento del flusso espiratorio; tecnica di espirazione forzata; tosse assistita; espirazione a glottide aperta; tecniche posturali; vibrazioni e percussioni toraciche. Nonostante i rischi l’aspirazione va eseguita per evitare le complicanze da inadeguata ossigenazione.

Complicanze

L’aspirazione tracheobronchiale può determinare una serie di complicanze (immediate o tardive) più o meno gravi. Si raccomanda una valutazione individuale preliminare e una accurata osservazione durante e dopo la procedura. A seguito di manovre scorrette (aspirazione prolungata, sondini di calibro non adeguato) si possono generare reazioni vaso-vagali con conseguenti bradiaritmia e ipotensione. Il verificarsi di aritmie impone la sospensione della procedura.

La circostanza è più frequente nei neonati e nei nati pretermine. L’esecuzione scorretta della procedura può aumentare il rischio di colonizzazione batterica e di polmonite, si raccomanda quindi di rispettare la corretta procedura sulla base delle linee guida più recenti per ridurre il rischio di effetti negativi. La punta del sondino, anche se arrotondata, può danneggiare la mucosa tracheale e produrre sanguinamenti, nella maggior parte dei casi di lieve entità (può essere normale aspirare un muco/catarro striato di sangue).

La situazione diventa pericolosa quando il soggetto ha deficit della coagulazione, congeniti o acquisiti: anche se raramente la stimolazione del sondino può causare episodi di broncospasmo e/o laringospasmo. Il microtraumatismo ripetuto nel tempo può determinare l’insorgenza di granulomi a livello tracheale. Per i pazienti la broncoaspirazione è traumatica dolorosa e ansiogena. A un gruppo di pazienti, a distanza di 2-4 anni dal ricovero in terapia intensiva, è stato chiesto che cosa ricordassero. Il 30% ha riferito il dolore provocato dall’aspirazione. I pazienti riferiscono un dolore di intensità media di 4,9, ma per un terzo dei soggetti il dolore era superiore a 7 su una scala da 1 a 10. Il problema sembra non essersi modificato negli anni. In uno studio più recente11 su 755 pazienti aspirati, l’intensità del dolore variava durante l’aspirazione (media 3,96±3,3), ma a nessun paziente venivano somministrati analgesici.

La tosse provocata dall’aspirazione provoca dolore alla ferita. I pazienti riferiscono di provare un dolore “acuto” dovuto probabilmente alla stimolazione meccanica provocata dall’aspirazione e all’aumento dell’attivazione delle fibre A-delta, che contribuiscono alla percezione di questa sensazione. La sensazione di mancanza di respiro/aria contribuisce alla sensazione di paura/dolore riferita da alcuni pazienti.

Fonte: EBN e Zinga “Quesiti Clinico Assistenziali”