Il sondino naso gastrico è principalmente utilizzato a scopo alimentare, per la decompressione gastrica o per allontanare dallo stomaco sostanze tossiche indesiderate. Nella chirurgia addominale l’uso di routine del sondino naso gastrico non è sostenuto da evidenze e dovrebbe essere abbandonato in favore di un uso più selettivo in presenza di sintomi gastrici. Prudenza e accorgimenti particolari per il posizionamento vanno adottati nei soggetti con varici esofagee, traumi facciali o alterazioni anatomiche e funzionali delle prime vie aeree e digestive e con alterazione della coscienza.
Alimentazione e decompressione gastrica
Il sondino naso gastrico è un tubo flessibile in materiale sintetico inserito attraverso una narice fino ad arrivare nello stomaco a scopo alimentare e decompressivo. E’ utilizzato per la nutrizione enterale, per l’idratazione nei bambini disidratati affetti da gastroenterite e per la somministrazione di farmaci nei soggetti incoscienti o che hanno disturbi della deglutizione. Può essere usato per allontanare dallo stomaco sostanze tossiche e indesiderate (cibo, farmaci o sostanze nocive) o a scopo decompressivo per prevenire il vomito e trattare la distensione gastrica nelle persone con occlusione intestinale e per favorire l’espansione polmonare nei soggetti incoscienti e ventilati meccanicamente.
A partire dal secolo scorso, il sondino naso gastrico è utilizzato di routine negli interventi chirurgici per prevenire alcune complicanze post operatorie (nausea, vomito, aspirazione bronchiale, ileo paralitico) e per ridurre i tempi di degenza. Tale pratica però non è sostenuta dalle prove. Una revisione sistematica condotta su 5.711 soggetti sottoposti a chirurgia addominale (2.866 con sondino naso gastrico inserito di routine e 2.485 con sondino naso gastrico inserito selettivamente o senza sondino naso gastrico) ha dimostrato una riduzione del rischio di complicanze polmonari (p=0,09) e una più precoce ripresa della funzionalità intestinale (p<0,00001) nei soggetti senza sondino naso gastrico. Nei soggetti con sondino naso gastrico ci sono stati meno casi di infezione della ferita chirurgica (p=0,39) e di erniazione della ferita (p=0,09), ma la riduzione non era statisticamente significativa; non sono state infine documentate differenze per la comparsa di deiscenza dell’anastomosi (p=0,70).
L’uso del sondino naso gastrico è risultato utile nella prevenzione del vomito, ha ridotto i tempi di degenza (anche se ha aumentato il disagio del paziente), ma l’elevata eterogeneità degli studi impone prudenza nell’interpretazione di questi risultati. Gli autori concludono sostenendo che l’utilizzo di routine del sondino naso gastrico dovrebbe essere abbandonato in favore di un uso più selettivo nei soggetti con sintomatologia intestinale (nausea, vomito, distensione addominale).
L’indicazione all’inserimento del sondino naso gastrico dovrebbe esser valutata di volta in volta anche nei soggetti affetti da varici esofagee o da ulcera peptica sanguinante. In questi casi la sonda, ulcerando la mucosa esofagea e/0 rimuovendo i coaguli che “tamponano” le lesioni sottostanti, può causare emorragie. Se il soggetto ha avuto un sanguinamento recente è indicato procrastinare la manovra di 72 ore. Nelle persone con traumi facciali o che presentano lesioni e alterazioni anatomiche delle prime vie aeree (a rischio di errato o difficile posizionamento e lesioni della mucosa) o con frattura della base cranica e/o rinoliquorrea (per il rischio di progressione endocranica del sondino naso gastrico), la via nasale dovrebbe essere sostituita con quella orale (sondino oro gastrico). In alternativa l’inserimento dovrebbe avvenire sotto guida fibroscopica.
Nei soggetti con gastroparesi, con reflusso gastroesofageo grave e nei soggetti critici ad alto rischio di aspirazione tracheo bronchiale e ridotta tolleranza alla nutrizione enterale sono invece indicati sondini naso digiunali.
Raccomandazioni in specifiche condizioni patologiche
Particolare attenzione nell’inserimento del sondino naso gastrico, infine, deve essere posta anche nei soggetti:
- sottoposti a chirurgia esofagea e gastrica, onde evitare la lesione delle suture;
- incoscienti e con alterazione del riflesso della tosse, per il maggior rischio di errato posizionamento del sondino naso gastrico nelle vie aeree (la tosse è infatti uno dei segnali che indica il posizionamento del sondino naso gastrico nelle vie respiratorie);
- in stato confusionale, per le difficoltà nell’eseguire la manovra e il rischio di traumi da movimenti improvvisi.
L’introduzione del sondino naso gastrico deve essere valutata attentamente nelle seguenti condizioni:
- trauma maxillo-facciale;
- tumore esofageo;
- laringectomia;
- tumore o intervento chirurgico a livello orofaringeo;
- frattura del cranio;
- cPAP;
- varici esofagee.
Fonte: EBN e Zinga “Quesiti Clinico-Assistenziali”