Il supporto nutrizionale per via enterale è preferibile rispetto a quello parenterale perché rispetta la fisiologia mantenendo l’integrità anatomo-funzionale della mucosa intestinale, prevenendone l’atrofia e stimolando la risposta immunitaria. Inoltre permette una migliore utilizzazione dei nutrienti e una maggiore sicurezza di somministrazione rispetto alla nutrizione parenterale totale (NPT). Le linee guida raccomandano la gastrostomia endoscopica percutanea nei disturbi funzionali del tratto gastrointestinale tale da richiedere una nutrizione enterale a lungo termine (oltre le 4-6 settimane) e in caso di apporto nutrizionale inadeguato sia qualitativamente sia quantitativamente.
Si stima che in Italia la prevalenza di nutrizione enterale domiciliare (NED) sia di 128 casi per milione di abitanti con ampie difformità tra le varie regioni. Rispetto ai dati del 2005 la prevalenza nel 2014 è quasi raddoppiata e l’indicazione principale, nei pazienti adulti e pediatrici, è la presenza di malattie neurologiche. Il supporto nutrizionale per via enterale è preferibile rispetto a quello parenterale sia perché rispetta la fisiologia, mantenendo l’integrità anatomo-funzionale della mucosa intestinale, prevenendone l’atrofia e stimolando la risposta immunitaria, sia perché permette una migliore utilizzazione dei nutrienti e una maggiore sicurezza di somministrazione rispetto alla nutrizione parenterale totale (NPT). Il confronto fra le diverse tecniche chirurgiche e la gastrostomia endoscopica percutanea (PEG) ha dimostrato che quest’ultima è più semplice da effettuare e riduce i tempi di degenza e i costi.
Molti studi hanno confrontato gli effetti della nutrizione con la PEG rispetto a quella con sondino nasogastrico (SNG). Il sondino naso-gastrico provoca disagio e alcune complicanze come irritazioni, ulcerazioni della mucosa nasale, sanguinamento, dislocazione e ostruzione in un’alta percentuale di soggetti. La nutrizione con PEG invece è più accettata dal paziente, provoca meno effetti negativi e sembra abbia alcuni vantaggi dal punto di vista nutrizionale. Proprio per la sua semplicità di gestione però gli operatori sanitari possono essere indotti a sottostimarne le complicanze.
Negli ultimi 10 anni l’evoluzione delle tecniche non chirurgiche (endoscopiche e radiologiche) è stata di grande stimolo per il confezionamento di gastrostomie a scopo nutrizionale e decompressivo, con grandi vantaggi nella gestione della nutrizione enterale. Le linee guida raccomandano la PEG in caso di disturbi funzionali del tratto gastrointestinale tale da richiedere una nutrizione enterale a lungo termine (oltre le 4-6 settimane) e in caso di apporto nutrizionale inadeguato sia qualitativamente sia quantitativamente.
La PEG può essere utile quando è necessaria la decompressione gastrointestinale, la reidratazione o la somministrazione di farmaci. In passato la gastrostomia endoscopica percutanea era usata nei soggetti con una scarsa aspettativa di vita o nei pazienti con demenza in stadio avanzato. Oggi invece è considerata una valida alternativa nei soggetti con malattie a prognosi benigna. La decisione di raccomandare una gastrostomia deve basarsi su una valutazione multidisciplinare e deve sempre tenere in considerazione il rapporto beneficio-rischio per il singolo paziente.
E’ molto importante informare il paziente o i familiari e spiegare con cura le ragioni che inducono a consigliare la gastrostomia, illustrando sia i benefici sia i rischi della procedura. La PEG è la tecnica di scelta per la nutrizione enterale domiciliare nei pazienti con disfagia secondaria a patologie neurologiche acute (traumi cranio-encefalici, accidenti cerebro-vascolari), croniche (sclerosi laterale amiotrofica, malattia di Parkinson, tumori cerebrali, paralisi cerebrale) e nei soggetti con patologie oncologiche (distretto cervico-cefalico e gastroenterico alto). Nel paziente oncologico, la PEG può essere indicata sia a scopo nutrizionale sia decompressivo di lunga durata. Inoltre è utilizzata nei soggetti con AIDS, sindrome dell’intestino corto, chirurgia ricostruttiva maxillo-facciale, coma prolungato, politraumi, morbo di Crohn, fibrosi cistica, insufficienza renale cronica. La nutrizione enterale domiciliare con PEG si utilizza anche in ambito pediatrico, soprattutto nelle patologie neurologiche e oncologiche.
Le cause prevalenti di alterazione neurologica con indicazione alla PEG sono: asfissia perinatale, paralisi cerebrale, disgenesia cerebrale con idroanencefalia, disordini cromosomici, meningoencefaliti, traumi cranici, esiti di lesioni da annegamento, malattie metaboliche. La gastrostomia è utile per garantire una nutrizione artificiale prolungata nei bambini con disturbo di deglutizione, deficit di crescita o ritardo mentale. Dal momento che l’inserimento endoscopico di una sonda per nutrizione enterale è una procedura elettiva invasiva è necessario ottenere il consenso del paziente. Nella nutrizione post operatoria a lungo termine se possibile la stomia va eseguita durante l’intervento. Prima di ricorrere alla sonda naso-enterica va valutata la tollerabilità da parte del paziente e la difficoltà di gestione se si verificano episodi ostruttivi ricorrenti, fattori che possono far decidere per il passaggio alla PEG.
Fonte: EBN
In caso di assistenza a domicilio con paziente con PEG che si trovi sul sito da circa 3 mesi, e si sentono odori forti di succhi gastrici provenienti da essa, cosa è previsto? Cosa dovrebbe fare l’eventuale medico chiamato? Si precisa che il paziente prima dei due mesi non si nutriva, invece nella situazione attuale è come se percepisse due nutrizioni per pasto, prendendo 4kg a settimana. Potrebbe immagino eliminare la PEG. Ma la puzza dal sito è dovuta dalla durata o da altri fattori? Grazie anticipatamente
Ho dimenticato anche di precisare che il paziente accusa forti dolori alla parte inferiore dell’addome ovvero sotto il sito PEG.