I rifiuti prodotti dalle strutture sanitarie sono classificati in:
1) rifiuti assimilati agli urbani;
2) rifiuti sanitari non pericolosi;
3) rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo;
4) rifiuti sanitari pericolosi a rischio chimico;
5) rifiuti sanitari che richiedono particolari modalità di smaltimento;
6) rifiuti da esumazione e estumulazioni e da altre attività cimiteriali.
Non sono inclusi in questa classificazione i rifiuti radioattivi e gli scarichi fognari in quanto disciplinati da altre normative.
1) Rifiuti assimilati agli urbani
Sono i rifiuti provenienti dalle cucine, dalle attività di ristorazione, da residui dei pasti provenienti dai reparti di degenza non infettivi, i rifiuti cartacei, i rifiuti provenienti dalla pulizia dei locali, i rifiuti prodotti al di fuori del circuito sanitario Sono inoltre rifiuti provenienti da attività di giardinaggio, rifiuti compostabili provenienti da giardini e parchi.
2) Rifiuti sanitari non pericolosi
In questa categoria rientrano diverse tipologie di rifiuto, quali:
- Rifiuti solidi taglienti e non, parti anatomiche non riconoscibili: Questi rifiuti sono identificati dagli stessi codici utilizzati per i rifiuti a rischio infettivo.Pur essendo rifiuti non pericolosi, essi vengono trattati allo stesso modo e con le stesse modalità di confezionamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo.
- Medicinali di scarto: Devono essere inseriti in contenitori analoghi a quelli utilizzati per i rifiuti a rischio infettivo. All’esterno del contenitore deve essere posta la scritta «Farmaci Scaduti». La raccolta interna può essere effettuata da personale dipendente o attraverso appalto, sempre nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. Non viene generalmente effettuato alcun tipo di trattamento.Per quanto riguarda il deposito, se il quantitativo non supera i 20 metri cubi, il termine di durata del deposito temporaneo è di un anno mentre se esso raggiunge o supera i 20 metri cubi, il deposito non può superare i tre mesi. Il trasporto deve essere effettuato da trasportatori autorizzati o anche in conto proprio in quanto si tratta di rifiuti non pericolosi; la documentazione che accompagna il rifiuto deve comprendere la dichiarazione di assenza di farmaci stupefacenti per i quali è prevista una procedura differente (articolo 25 decreto del presidente della Repubblica n. 309 del 1990) Lo smaltimento (termodistruzione) va effettuato in impianti autorizzati.
- Rifiuti provenienti da attività di servizio:Rientrano in questa categoria tutti quei rifiuti non pericolosi prodotti nelle strutture sanitarie che possono essere smaltiti senza particolari precauzioni e che possono essere avviati alla raccolta differenziata, al recupero o ai consorzi obbligatori.
3) Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo
Sono rifiuti in cui il rischio è prevalentemente infettivo.
Materiali non taglienti e non percolanti. Devono essere inseriti in un contenitore rigido in cartone contenente un sacchetto in polietilene. Il contenitore deve essere di tipo omologato per il trasporto di merci pericolose. Il contenitore deve essere di norma, riempito per 3/4 al fine di evitarne la rottura. Il contenuto deve essere disinfettato. Dopo disinfezione il sacco deve essere chiuso e sigillato all’interno del contenitore rigido.I contenitori più utilizzati possono avere capacità di: 40 litri (riempimento da 3 a 5-
Materiali taglienti o acuminati. Devono essere inseriti in appositi contenitori rigidi in materiale plastico, muniti di sistema di deconnessione dell’ago, all’esterno del contenitore deve essere posta la dicitura o la simbologia che indica rischio biologico. Il contenuto deve essere disinfettato. Ai fini dello smaltimento, i contenitori dei rifiuti taglienti e delle parti anatomiche non riconoscibili vengono immessi all’interno di uno stesso contenitore rigido di cartone o di plastica. La dichiarazione di avvenuta disinfezione deve essere effettuata dal responsabile sanitario della struttura.
Materiali percolanti sangue, liquidi biologici a rischio o altri liquidi contenenti sangue.Devono essere inseriti in contenitori di plastica rigidi all’interno dei quali deve essere posizionata una busta in polietilene che una volta riempita, viene chiusa con un laccio a strangolo; all’interno della busta deve essere inserito del disinfettante. All’esterno del contenitore di plastica deve essere posta la dicitura o la simbologia che indica il rischio biologico. La raccolta interna può essere effettuata da personale dipendente o attraverso appalto, sempre nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. Il trattamento consiste generalmente nella disinfezione che viene usualmente effettuata tramite l’inserimento nel contenitore di disinfettanti in polvere o in pasticche; per i rifiuti destinati alla termodistruzione, è importante che si utilizzino disinfettanti non contenenti cloro se il forno inceneritore lavora ad una temperatura inferiore ai 1200 C, al fine di evitare la formazione di sostanze nocive. Se il forno inceneritore lavora ad una temperatura minima di 1200 C, si può utilizzare qualsiasi tipo di disinfettante in quanto a questa temperatura tutti i disinfettanti si decompongono senza dar luogo a prodotti tossici. Ai fini del trasporto, i contenitori devono possedere i requisiti di sicurezza richiesti dalle norme vigenti ed essere omologati da istituti all’uopo preposti. Per il trasporto e il conferimento agli impianti di termodistruzione, i rifiuti devono essere accompagnati da idonea documentazione che ne attesti la natura, la provenienza ed i trattamenti di disinfezione o sterilizzazione cui è stato sottoposto.
4) Rifiuti sanitari pericolosi a rischio chimico
In questa categoria rientrano prevalentemente rifiuti di tipo liquido che provengono da attività di laboratorio, di analisi e di diagnosi (radiologia), di disinfezione di farmacia o di attività di servizio che non possono essere immessi nella rete fognaria. Sono classificati come rifiuti pericolosi a rischio chimico anche altri tipi di rifiuto non solo liquidi quali, per esempio:rifiuti contenenti mercurio accumulatori a piombo pile e batterie lampade fluorescenti oli esausti rifiuti contenenti amianto Per i rifiuti liquidi, vengono generalmente utilizzati per la raccolta ed il trasporto, contenitori di plastica (taniche) di dimensioni variabili a seconda delle esigenze dei vari reparti. Anche questi contenitori devono essere omologati.
La raccolta può essere effettuata dal personale interno o data in appalto, ferme restando tutte le norme atte a garantire la sicurezza degli operatori. Per quanto riguarda il trattamento, non è prevista alcuna disinfezione ma in qualche caso si procede all’inertizzazione. Sussiste il divieto di miscelazione tranne che per i rifiuti codificati come 090101 e 090104 (Soluzioni di sviluppo e attivanti a base acquosa, soluzioni di fissaggio) in base all’allegato G1 del decreto legislativo 389 dell’8 novembre 1997. Lo smaltimento viene effettuato da ditte autorizzate; alcuni tipi di rifiuto possono essere consegnati ai consorzi obbligatori.Lo smaltimento dei rifiuti liquidi (reflui e liquami) sanitari mediante scarico in fognatura può essere effettuato solo se tali rifiuti hanno caratteristiche equivalenti a quelle delle acque di scarico (legge 10 maggio 1976 n. 319) e siano convogliati nella fognatura tramite un impianto interno dotato di depuratore, o in assenza di depuratore, previa disinfezione. In quest’ultimo caso, i reflui vengono raccolti in cisterne e sottoposti a disinfezione.In particolare, feci, urine e sangue possono essere immessi in fognatura previa disinfezione o altri trattamenti.Se la struttura sanitaria è dotata di un proprio depuratore, il direttore sanitario dovrebbe accertarsi che il prodotto chimico impiegato per la disinfezione e le altre sostanze chimiche che vengono convogliate nello stesso depuratore, non interferiscano con la flora microbica dello stesso.
6) Rifiuti da esumazione e estumulazione e da altre attività
Le parti anatomiche riconoscibili, sono avviate alla camera mortuaria. La polizia mortuaria procede al trasporto ed alla loro inumazione. I rifiuti da esumazione e estumulazione vengono raccolti separatamente dai rifiuti urbani e smaltiti tramite termodistruzione; i rifiuti derivanti da altre attività cimiteriali (materiali lapidei, oggetti metallici, eccetera), possono essere riutilizzati all’interno della struttura cimiteriale o smaltiti come rifiuti inerti.Per ognuna delle categorie di rifiuti identificate lo smaltimento comporta una serie di adempimenti amministrativi. Il Direttore generale, o figura analoga, in quanto rappresentante legale della struttura aziendale ospedaliera, è il primo responsabile degli atti amministrativi che attengono alla corretta gestione dei rifiuti sanitari. In questo contesto è suo compito sia emanare le direttive inerenti alle problematiche connesse alla corretta gestione dei rifiuti sia curare la stipula di convenzioni o di contratti di servizio con ditte autorizzate alle attività di smaltimento Il Direttore Generale si avvale all’interno dell’Azienda ospedaliera o dell’Azienda sanitaria locale, di un direttore sanitario; ogni struttura nosocomiale dispone poi di un proprio direttore sanitario ed è a questo soggetto istituzionale che compete la sorveglianza ed il rispetto delle normative circa il deposito temporaneo dei rifiuti sanitari pericolosi.Questa responsabilità decade al momento del conferimento dei rifiuti all’operatore autorizzato al trasporto verso l’impianto di smaltimento. Il trasporto effettuato da enti o imprese deve essere accompagnato da un formulario di identificazione del rifiuto, con l’eccezione dei rifiuti assimilabili ai rifiuti urbani, che deve contenere anche l’indicazione dell’eventuale trattamento di disinfezione o sterilizzazione. Le imprese che svolgono l’attività di raccolta e trasporto devono essere iscritte all’albo nazionale delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti. Il produttore deve assicurarsi che colui che effettua l’attività di raccolta e trasporto sia iscritto all’Albo e deve ricevere copia del formulario di identificazione datata e firmata che certifichi l’arrivo e/o l’avvenuto smaltimento del rifiuto.Gli enti o le imprese che producono rifiuti pericolosi sono obbligate alla comunicazione al catasto dei rifiuti e soggette all’obbligo della tenuta dei registri di carico e scarico.
Fonte: www.biancofrancesco.altervista.org