Il bello dell’Inghilterra è che, quando si vogliono trovare dati e statistiche ufficiali relativi alla Pubblica Amministrazione, non serve effettuare ricerche complesse: bastano pochi minuti online ed una adeguata conoscenza dell’inglese.
E’ tutto liberamente consultabile e spesso anche liberamente scaricabile.
L’immenso vantaggio che ne deriva è che non vi è molto spazio all’immaginazione od alle supposizioni.
Da lungo tempo mi capita di leggere cifre contrastanti e spesso esorbitanti sui guadagni degli infermieri inglesi. Ho creduto, pertanto, che fosse utile fare un po’ di chiarezza in materia attingendo proprio dalle statistiche ufficiali ed aggiornate dell’NHS, in modo da orientare chi fosse intenzionato a partire ora per il Regno Unito o non fosse ancora abituato a comprendere le bande ed i livelli salariali degli infermieri inglesi.
La mia, pertanto, sarà una piccola, ma il più possibile pratica ed esaustiva guida.
Per inciso, consentitemi una polemica, richiamando l’introduzione: provate a fare la stessa cosa digitando parole come “stipendio infermieri italiani” e fatemi sapere poi quanto tempo ci mettete a trovare le informazioni che vi occorrono.
Le retribuzioni, nell’NHS, sono organizzate in pay scales, livelli salariali, applicabili ad ogni categoria professionale, medici ed infermieri inclusi.
Per questi ultimi, le trovate a questo link, tratto dal sito del principale sindacato, l’RCN (Royal College of Nursing):Â https://www.rcn.org.uk/employment-and-pay/nhs-pay-scales-2017-18
Per comprendere un po’ meglio la loro impostazione, bisogna partire da un presupposto: gli stipendi non sono identici in tutta la Gran Bretagna, toccando – a parità di banda e di anzianità di servizio – i loro livelli minimi nell’Irlanda del Nord e quelli massimi in Scozia. La differenza è attestabile in 400-500 sterline annue.
Va poi aggiunto che la strutturazione delle pay scales avviene per bands, bande o scalini salariali, che corrispondono anche ai diversi “scatti di carriera” previsti per gli infermieri inglesi.
Per intenderci, laddove un HCA (Health Care Assistant), l’operatore di supporto, è inquadrato generalmente nel band 3, un infermiere neoassunto e registrato con il proprio PIN number presso l’NMC apparterrà al band 5; l’infermiere senior o specialist potrà essere un band 6 o 7, un matron (figura superiore al nostro Coordinatore di Unità Operativa ed assimilabile ad un Coordinatore infermieristico dipartimentale) sarà un band 8, mentre un Dirigente infermieristico del Trust potrà essere un band 9, il livello massimo.
All’interno di ogni band sono poi previsti incrementi retributivi annui di circa 1000 sterline (pounds), legati dunque all’anzianità di servizio.
E’ su questi scatti che si sono imperniate le recenti proteste della famiglia infermieristica inglese, capitanate dall’RCN: dal 2010, infatti, il Governo aveva imposto a tutti i dipendenti pubblici, compresi quindi gli infermieri, un tetto dell’1% all’incremento annuo degli stipendi, causando pertanto perdite, in termini reali, quantificate nel 15% in 7 anni.
E’ di tre giorni fa, tuttavia, la dichiarazione da parte del Segretario di Stato alla Salute, Jeremy Hunt, che il tetto è stato finalmente rimosso: vedremo, pertanto, a quanto si attesterà il prossimo incremento.
Soddisfatte queste premesse, vorrei rispondere alla fatidica domanda: se mi trasferisco nel Regno Unito (consideriamo da ora in poi, per comodità , solo l’Inghilterra, escludendo Scozia, Galles ed Irlanda del Nord) quanto guadagnerò?
Alla questione non vi è una risposta univoca.
In primo luogo, comprovare, a seguito dell’assunzione, di aver svolto esperienza lavorativa in Italia, comporterà l’inserimento in un livello salariale adeguato agli anni di lavoro maturati: se un neolaureato, pertanto, guadagnerà poco più di 22.000 sterline nel suo primo anno di assunzione (11 sterline orarie), un infermiere che abbia già maturato 4 anni di lavoro in Italia verrà inquadrato come band 5, ma arriverà a guadagnare immediatamente oltre 25.000 sterline annue, più di 13 orarie.
Per estrapolare il guadagno (lordo!) mensile, le cifre qui indicate devono essere poi essere necessariamente divise per 12, non esistendo, in Gran Bretagna, gli istituti della tredicesima e quattordicesima. Ecco, allora, che per il giovane neolaureato di prima la busta paga mensile si aggirerà sulle 1.800 sterline, da cui andranno detratti i contributi pensionistici e le imposte, pari a circa 600-700 pounds.
Calma. Non c’è nessun trucco, nessuna delusione.
Si tratta, infatti, di una paga base, che non considera le maggiorazioni per l’attività svolta nel weekend, nei giorni festivi (Bank Holidays) e notturna, ovvero le unsocial hours, le ore – letteralmente – sottratte alla socialità (famiglia ed amici).
Chi lavora nella realtà metropolitana di Londra, inoltre, conosce un’ulteriore retribuzione (denominata High Cost Area supplement), che compensa il maggior costo della vita nella metropoli ed ammonta a circa 450 sterline.
Prendendo a prestito una metafora dai giochi di carte, un’ulteriore “briscola” sta nel ricevere un’altra maggiorazione in caso di overtime, ovvero di sforamento del tetto di 150 ore mensili previsto contrattualmente.
Un discorso a parte merita sicuramente la prestazione di lavoro straordinario, anche in regime di Bank, attraverso società interinali, le agencies: come ho già scritto in altri articoli del blog, la regolamentazione e le retribuzioni di questa attività sono completamente diverse, variando, per un turno diurno ed infrasettimanale, dalle 18 fino alle 22-23 sterline lorde orarie, a seconda dell’Agency per cui si svolgono le proprie prestazioni.
Anche un infermiere assunto come dipendente a tempo indeterminato presso un Trust NHS può lavorare in regime di Bank nella propria Unità Operativa, in una diversa all’interno dello stesso Trust, per un Trust differente o persino nel settore privato: non vi sono limiti in materia, ma approfondirò ulteriormente il tema in una successiva guida.
In buona sostanza, la propria payslip, ovvero la busta paga, potrà tranquillamente superare, dopo un periodo di permanenza in UK, le 2.000 sterline, questa volta nette.
Tenete però presente che, per ragioni che ancora in parte mi sfuggono, è meglio che non spargiate troppo la voce su quanto intascate ogni mese, poiché, se da un lato le informazioni ufficiali sono liberamente fruibili e condivisibili, parlare dei guadagni personali, o lamentarsi per essi, anche e soprattutto con i propri colleghi, non è un’abitudine vista di buon occhio.
Non solo tra i dipendenti NHS.