Legge 24/2017, linee guida: gli infermieri devono esserci. Ora ci sono, come promesso dalla presidente e dal Comitato centrale che è passato dalle parole ai fatti.
L’intervento dal punto di vista politico – già annunciato alla Consulta delle associazioni infermieristiche riunita d’urgenza dopo la pausa estiva – della presidente Ipasvi e del Comitato centrale per superare lo scoglio della rappresentatività ed evitare che il requisito del 30% richiesto dal decreto del ministero della Salute del 2 agosto scorso, bloccasse di fatto la possibilità alle associazioni infermieristiche di partecipare alla predisposizione delle linee guida previste dalla legge sulla responsabilità professionale, ha avuto i risultati attesti.
Il ministero della Salute (si veda lettera allegata), rispondendo alla presidente Ipasvi che ha posto una serie di quesiti articolati nel merito e obiezioni sull’applicazione della norma, ha chiarito in una lettera ufficiale che:
– essendo gli infermieri 450mila appare giustamente difficile poter acquisire la rappresentatività del 30%;
– i requisiti previsti dal decreto della Salute del 2 agosto sottraggono così alle società scientifiche e alle associazioni tecnico scientifiche della professione infermieristica la possibilità di concorrere alla predisposizione delle linee guida.
Lo stesso ministero nella lettera sottolinea che la ratio della legge è quella di consentire I ‘elaborazione di linee guida a tutte le attività degli esercenti le professioni sanitarie e , quindi: “… può ritenersi che, ove in una determinata ‘disciplina’ o ‘specializzazione’, ‘area’ o ‘settore’ di esercizio professionale, non sussista alcuna società scientifica o associazione tecnico-scientifica che possieda una rappresentatività pari al 30%, potranno comunque essere valutate ai fini dell’iscrizione nell’elenco le società scientifiche o associazioni tecnico-scientifiche aventi adeguata rappresentatività nella disciplina o specializzazione, area o settore di riferimento”.
Per quanto riguarda la professione infermieristica il ministero, su indicazione della Federazione, riconosce sei aree professionali:
- a) area cure primarie – servizi territoriali/ distrettuali;
- b) area intensiva e dell’emergenza urgenza;
- c) area medica;
- d) area chirurgica;
- e) area neonatologica e pediatrica;
- f) area salute mentale e dipendenze.
Sono le stesse previste per le competenze avanzate e il ministero afferma che le società scientifiche o le associazioni tecnico-scientifiche “ben potranno dichiarare la propria rappresentatività nell’area di riferimento e pertanto essere valutate ai fini dell’iscrizione nell’elenco”.
Chi sarà garante di tutto questo è la stessa Federazione e il ministero afferma nella lettera la “rilevanza del ruolo che la Federazione potrà svolgere ai fini della valutazione del possesso, nonché del mantenimento, del requisito della ‘adeguata rappresentatività’ delle società scientifiche e associazioni tecnico scientifiche nelle richiamate sei aree di riferimento”.
E chiede proprio alla Federazione di favorire “l’aggregazione di società scientifiche o associazioni tecnico scientifiche appartenenti alla medesima area professionale” perché “possano assicurare la maggiore rappresentatività dell’area di riferimento e essere individuate come un unico soggetto” al momento della presentazione al ministero della domanda di iscrizione all’elenco.
La palla quindi passa ora alle associazioni che dovranno censire, valutare e dimostrare l’effettiva possibilità di essere inserite negli elenchi e, anche con sinergie virtuose tra di loro e con i Collegi, consolidare il loro ruolo. Cosa questa su cui la Federazione ha già dato tutta la sua disponibilità a essere di supporto.
Nessuno scontro istituzionale quindi, ma, come annunciato e promesso dalla presidente Ipasvi, concertazione e dialogo con le istituzioni hanno consentito alla Federazione Ipasvi di ottenere il risultato voluto: le linee guida sulla responsabilità degli infermieri le elaboreranno gli infermieri.
Fonte: Ipasvi