Riportiamo il comunicato stampa diffuso oggi dalla presidente del Collegio provinciale Ipasvi di Torino, Maria Adele Schirru.
“Le festività sono uno dei rischi sanitari maggiori. Non è una boutade, ma una constatazione che deriva dall’esperienza di chi svolge una professione sul campo, in prima linea come gli infermieri. La carenza di personale è ormai evidente nella nostra Regione, così come in tutta Italia. I turni, spesso anche obbligati da parte delle aziende che devono esaurire ferie e permessi dei loro dipendenti, aggravano la situazione delle strutture tanto che i mass media riportano attese sempre più lunghe e codici bianchi che intasano i pronto soccorso. Va sottolineata un’altra evidenza: il servizio di assistenza territoriale ancora non c’è. Così come non c’è informazione sufficiente ai cittadini per usufruire, eventualmente, di risorse come gli infermieri di famiglia e di comunità, che la Regione Piemonte ha previsto e deliberato, ma non ancora attivato in tutte le Asl. Di conseguenza, i piemontesi si trovano con il solo pronto soccorso come risorsa per cercare soluzione ai loro bisogni di salute, anche se elementari.
Sappiamo anche che i medici di famiglia, fondamentali nella loro azione sul territorio, nei periodi festivi spesso non garantiscono la continuità della loro presenza e i loro pazienti il più delle volte preferiscono rischiare una fila in ospedale piuttosto che rivolgersi a un sostituto che non è la loro scelta di fiducia e che spesso neppure conoscono. In questo modo non sono tutelati né i diritti dei professionisti né tantomeno, ciò che è peggio, quelli dei cittadini ai quali si parla di assistenza di qualità che non trovano d’inverno sotto l’albero di Natale e d’estate sotto l’ombrellone.
L’Ordine degli infermieri di Torino ha più volte sollecitato un intervento della Regione per verificare le condizioni di lavoro dei propri iscritti, ma a quanto pare le lettere e le richieste ufficiali non servono: mi auguro che ora i pazienti-cittadini che soffrono e si lamentano siano un viatico sufficiente per essere ascoltati, per dare il via all’Osservatorio sulle professioni promesso e mai avviato, per rivedere la consistenza degli organici che evidentemente non ce la fanno a garantire un servizio per il quale servirebbero ben più del numero degli infermieri e degli altri professionisti oggi in servizio. Gli assistiti incontrano noi nel momento in cui hanno bisogno e non possiamo e non vogliamo surrogare e/o giustificare le responsabilità organizzative locali e regionali per spiegare loro che potrebbero avere un’assistenza che in quel momento non ricevono”.
Fonte: IPASVI