Assistenza Infermieristica al pz con embolia polmonare

La gestione di un paziente affetto da EP richiede spesso, ma non sempre, l’utilizzo di una struttura di sorveglianza intensiva a causa delle frequenti compromissioni emodinamiche e respiratorie che accompagnano il quadro della patologia. Il paziente, nella maggioranza dei casi, giunge sveglio e cosciente in Terapia Intensiva Cardiologica (TIC), con un notevole carico di ansia e paura che spesso, non placata dal contatto con il medico, si riversa sull’infermiere al quale competono, oltre che abilità tecniche, doti e capacità di equilibrio emozionale ed empatia. Dal punto di vista infermieristico la persona con embolia polmonare massiva assorbe un notevole impegno assistenziale.

Il paziente può essere ricoverato in situazione d’urgenza o emergenza: in entrambe le modalità nella fase acuta prevale l’incertezza delle condizioni cliniche della persona. Il rischio per la vita del paziente è talmente elevato che nella maggior parte dei casi è data precedenza alla garanzia della sopravvivenza; pertanto nell’attività dell’infermiere, diventano prioritari protocolli, procedure, monitoraggi sistematici dell’evoluzione della situazione clinica e degli effetti degli interventi terapeutici. Man mano che aumenta l’instabilità della persona, vi è una diminuzione della discrezionalità decisoria dell’infermiere, poiché diventa di predominante importanza il processo diagnostico-terapeutico e l’infermiere diventa il garante della corretta applicazione di questo processo (DM n. 739/94).

Nonostante l’alta instabilità clinica produca una limitata capacità decisoria assistenziale per l’infermiere, a quest’ultimo è comunque richiesta un’alta capacità di interpretare segni e sintomi. L’infermiere deve operare nella complessità, in quanto agisce in tempi brevi, soprattutto in fase acuta. Sono fondamentali in questa fase i concetti di risultato perseguibile e risultato ottenuto che possono aumentare in qualità e quantità con la rivisitazione costante e critica delle competenze e delle prestazioni infermieristiche.

L’attenzione al monitoraggio della possibile insorgenza di complicanze, la somministrazione di farmaci per ristabilire l’emodinamica del paziente e il controllo del dolore sono dunque di fondamentale importanza. Per monitoraggio si intende l’osservazione continua nel tempo dei parametri vitali o strumentali, ritenuti di alto interesse per la valutazione delle condizioni cliniche della persona. L’obiettivo principale del monitoraggio è l’individuazione precoce delle alterazioni del parametro che permettono di mettere in atto interventi terapeutici e assistenziali rapidi.
All’arrivo del paziente in terapia intensiva si provvederà a:

  1. Colloquio: veloce per rassicurare il paziente spiegando ciò che si sta facendo e il perché, rendendolo partecipe del percorso clinico-assistenziale. Cercare di ridurre l’ansia.
  2. Predisporre il paziente al monitoraggio elettrocardiografico continuo: detergere il torace ed eseguire eventuale tricotomia migliora l’aderenza degli elettrodi alla cute ed evita l’insorgere di artefatti. Eseguire l’elettrocardiogramma a 12 derivazioni, dove è possibile notare segni di sovraccarico destro.
  3. Reperimento via venosa e prelievi ematici. Al paziente verrà incannulata una vena con un catetere venoso periferico, per infondere eventuali terapie, (prelevando in tale occasione un campione di sangue per il dosaggio enzimatico, la valutazione della funzionalità renale ed epatica, del profilo completo della coagulazione e dell’emocromo), in attesa del posizionamento di un catetere venoso centrale o, in casi selezionati, di un catetere di Swan-Ganz per il monitoraggio emodinamico.
  4. Prima di procedere alla somministrazione dell’ossigenoterapia con la maschera di Venturi, è bene eseguire un prelievo arterioso per la valutazione emogasanalitica. Una dispnea ingravescente può essere aggravata dalla comparsa di emottisi, dolore pleurico e retrosternale (soprattutto in caso di infarto polmonare), tosse e broncospasmo. In alcuni casi può essere richiesta l’intubazione endotracheale con ventilazione assistita.
  5. Il paziente deve essere successivamente preparato per essere sottoposto agli accertamenti diagnostici del caso (ecocardiogramma, radiografia del torace, angio e/o scintigrafia polmonare).

Segue, successivamente, tutta la fase del processo di assistenza infermieristica con la pianificazione degli obiettivi, l’attuazione e la valutazione degli stessi.

Fonte: ordineinfermieribologna