FAD: "Chirugia ginecologica" 5 ECM Gratuiti

Corso FAD intitolato “Chirurgia ginecologica: il punto di vista del ginecologo; il punto di vista dell’anestesista” disponibile online e con scadenza il 03 Giugno 2019 sulla piattaforma: http://corso16.roadmapinanestesia.it/#
Per accedere al corso bisogna registrarsi al sito su indicato. Il corso è accreditato con 5 crediti ECM con rilasciamento di attestato e ha la durata di 5 ore circa. 
Ulteriori informazioni:
La chirurgia ginecologica oltre ad affrontare le patologie benigne, si sta diffondendo sempre più in ambito oncologico per le patologie dell’ovaio e dell’utero. La laparoscopia trova nella chirurgia ginecologica odierna sempre più indicazioni; la maggior parte delle patologie che in passato venivano trattate con la chirurgia tradizionale, oggi possono essere affrontate per via laparoscopica, sia benigne che tumorali. La Laparoscopia può essere proposta sia a scopo diagnostico sia a scopo interventistico.
La laparoscopia, se confrontata con la chirurgia tradizionale, presenta dei vantaggi importanti sia per il paziente che per il chirurgo: un minor trauma chirurgico con una risposta allo stress più contenuta ed un miglior controllo del dolore post-operatorio, nonché una migliore visione da parte del chirurgo degli organi pelvici; in alcuni casi, inoltre, possono essere impiegate visualizzazioni in 3D.
La tecnica laparoscopica ha dunque rivoluzionato la chirurgia addomino-pelvica ed ha richiesto naturalmente un adeguamento della gestione anestesiologica.
Il punto di vista dell’anestesista è certamente favorevole a implementare tale tecnica soprattutto per i vantaggi che ad essa conseguono. Tuttavia esistono degli elementi che rendono la gestione anestesiologica una vera sfida; basti pensare che spesso alcuni interventi in chirurgia ginecologica in laparoscopia hanno una durata superiore alle 3 ore e spesso viene impiegata, per tale periodo, la posizione di Trendelenburg. Questa può sicuramente incrementare gli effetti dello pneumoperitoneo. Le alterazioni fisiologiche generate dalla pneumoperitoneo riguardano diverse funzioni d’organo, in primis il sistema cardiocircolatorio, ma anche la funzione respiratoria, renale e cerebrale, e sono minime per pressioni addominali non superiori a 12 mmHg, il che rende rare le controindicazioni assolute.
Il fatto che la chirurgia laparoscopica generi un ridotto trauma non significa che il management perioperatorio da parte dell’anestesista sia di minor importanza; infatti, specialmente nella chirurgia ginecologica ad alta complessità non si può prescindere da un monitoraggio intraoperatorio adeguato, anche invasivo e che riguarda a 360 gradi tutti gli ambiti di pertinenza anestesiologica.
Essi sono rappresentati da:

  1. Setting ventilatorio adeguato per evitare l’ipercapnia e mantenere nel range della normalità gli scambi polmonari
  2. Monitoraggio emodinamico incruento per la valutazione in continuo degli effetti dello pneumoperitoneo sull’apparato cardiocircolatorio
  3. Temperatura corporea, considerando che spesso il gas insufflato non è riscaldato
  4. Blocco neuromuscolare per evitare fasi di ipertensione addominale durante le fasi chirurgiche importanti
  5. Controllo della posizione del paziente e una valutazione ispettiva per intercettare eventuale enfisema sottocutaneo chemosicongiuntivale
  6. Diuresi oraria, considerando gli effetti dello pneumoperitoneo sulla vascolarizzazione splancnica. Tutto ciò richiede notevole competenza e professionalità da parte dell’anestesista”