Laura, l'infermiera eroina che ha salvato il bambino colpito da un fulmine

C’è un po’ del grande cuore vicentino nell’episodio di cronaca di qualche giorno fa avvenuto in una spiaggia del Salento. Come tutti i mass media hanno raccontato, infatti, sabato un fulmine ha colpito lo stabilimento balneare de “Le Dune” di Porto Cesareo, schiantandosi nella spiaggia libera.  Il fulmine si è abbattuto su un gruppo di ragazzini senegalesi che giocavano a a calcetto su un tratto di spiaggia libera tra i lidi ‘Le Dune e ‘Il Tabù’. Un tredicenne, in particolare, è andato in arresto cardiaco ed é stato rianimato grazie al pronto intervento del bagnino de “Le Dune”, accorso col defibrillatore, e da alcuni infermieri liberi dal servizio che si trovavano nello stabilimento balneare, tra cui la giovane Laura Dalla Gassa. Sì, perché ciò che pochi sanno è che  la giovane vicentina si trovava in vacanza proprio lì, con il fidanzato, in quel tratto di spiaggia. Spettatrice suo malgrado in diretta del dramma, Laura, che di professione fa l’infermiera in Rianimazione a Santorso, si è subito prodigata per aiutare il bagnino nel tentativo disperato di rianimare il ragazzino senegalese, colpito in pieno dalla scarica potentissima del fulmine. E così, anche grazie al grande cuore della giovane Laura, il brutto episodio non si è tramutato in vera tragedia. Il 13enne senegalese é arrivato in ospedale privo di coscienza dopo le manovre di soccorso avanzato compiute sulla spiaggia, ma già domenica si è risvegliato ed è stato dichiarato fuori pericolo. Gli altri due feriti, un 17enne senegalese e un 29enne italiano, hanno lasciato l’ospedale nella serata di sabato. E’ stato il padre di Laura, a raccontare, cuore di babbo!, ai social network come sua figlia abbia partecipato attivamente ai primi soccorsi al ragazzino, sicuramente salvandogli la vita.
Ecco le parole di Diego Dalla Gassa, scritte di getto già domenica e condivise in rete: perché quando al mondo esistono ancora giovani come Laura, credere in un futuro migliore per l’umanità, anche in giorni spesso bui come quelli che ci troviamo a vivere, è più che una mera speranza.
“Chi salva una vita, salva il mondo intero – recita il Talmud. Laura, ieri pomeriggio eri proprio lì, su quella spiaggia del Salento. Hai visto il bagnino correre e l’hai seguito, arrivando a quel ragazzino senegalese che era stato colpito dal fulmine. Insieme, l’avete soccorso e rianimato fino all’arrivo delle ambulanze. Forse l’avete salvato. Speriamo… Si può pensare che è il tuo lavoro, che sei una professionista, che ti sei diplomata e laureata con il massimo dei voti e lavori da infermiera nel reparto di rianimazione di un ottimo ospedale del nord Italia. Ma per me che sono tuo papà, non è solo questo. E non scrivo questo post solo perché sono orgoglioso di te, anche se ovviamente lo sono. No, non è solo questo. Scrivo perché, da papà, ammiro il coraggio, l’empatia, la generosità, la bontà verso questa umanità così piena di colori e di storie. So che per te e i tuoi colleghi e per tutti i soccorritori in generale, professionisti o volontari, questo è normale, è la vita, nient’altro che la vita. Ma le tue gioie, i tuoi turbamenti fino alle lacrime, io li vedo e li sento. Ecco, da papà e da nonno, auguro a tutti quelli che leggeranno questo post, di trovare il coraggio di dare una mano a chiunque gridi aiuto, da qualunque posto arrivi. Il coraggio di credere nel futuro di questa umanità. Il coraggio di dire anche soltanto un semplice: Sì”.
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