“Le sale del pronto soccorso – racconta in esclusiva Caterina – erano affollate, contemporaneamente mi trovavo a fronteggiare diverse emergenze, tra cui 5-6 codici gialli e degli infartuati. Quando all’improvviso è arrivata in codice verde una signora residente in un paese del comprensorio nebreoideo, che raccontava di essere stata vittima di un incidente stradale, presentando ferite ed escoriazioni. Nulla di estremamente grave, quindi – prosegue l’infermiera -. La donna era stata già visitata e collocata su una sedie a rotelle, manifestando già irrequietezza e lamentandosi per l’attesa. Quando l’ho chiamata per medicarla mi ha subito rivolto parole offensive ed ingiuriose, apostrofandomi con appellativi volgari ed al mio invito di non rivolgersi a me con questi toni si è scagliata con veemenza, afferrandomi per la testa e tirandomi con forza i capelli con l’intenzione di prendermi a schiaffi. Dalla sua morsa – conclude ancora sconvolta Caterina – sono stata liberata dai miei colleghi, prontamente accorsi. Se non fosse stato per loro, sarebbe andata a finire peggio”.
Il grave episodio è stato filmato e consegnato ai carabinieri. A denunciare per primo la vicenda, il rappresentante locale della Cisl sanità Francesco Muschio: “Il pronto soccorso si è trasformato in una zona franca dove ognuno si sente libero di aggredire un camice bianco per poca pazienza o congetture“. Anche il sindacato ”Nursing Up” sottoscritto dal dirigente di Messina, Biagio Proto, condanna la violenza subita dall’infermiera e dice “Basta“ alle aggressioni subite dal personale in servizio.
”L’azienda Asp Messina – si legge tra l’altro nel comunicato – si faccia carico ed agisca sotto il profilo legale, a tutela del personale. Inoltre sarebbe opportuno , per arginare il fenomeno di aggressioni al personale in servizio, che le strutture sanitarie aziendali, venissero dotate di personale di vigilanza in loco ed in ogni presidio sanitario aziendale, fossero creati collegamenti rapidi di chiamata con le volanti delle forze dell’ordine per interventi tempestivi , al fine di tutelare l’incolumità di chi lavora. Vogliamo ricordare – conclude lo scritto – che il personale in servizio, ‘incaricato di pubblico servizio’, equivale ad essere un ‘pubblico ufficiale’, pertanto aggredirlo, costituisce reato e, come tale punibile dalla legge. Siamo pronti a tutelare i colleghi in ogni sede”.
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