Empoli: assistenza a rischio, 1 Infermiere per 12 pz. Sindacato:"Il piano assunzioni è inadeguato"

In un reparto ci sono mille cose da fare: terapie, assistenza, ricoveri, cartelle cliniche, interagire coi familiari, per dirne alcune. E quando gli infermieri (ma anche i medici e gli Oss) sono pochi, per l’utente la qualità del servizio non può che peggiorare: in reparti da 24 pazienti, ci sono due infermieri per ogni turno, coadiuvati dagli operatori socio–sanitari (ma non per tutto il giorno) e dai medici. Nei reparti – come possono essere chirurgia o medicina – i turni sono massacranti e c’è un infermiere ogni 12 pazienti. «Non siamo in grado di dare un’assistenza idonea – spiega Gianni Piccini, responsabile del coordinamento Nursind – riusciamo solo a garantire il minimo. Siamo pochi e questo influisce, perché non si riesce a pianificare l’assistenza, visto che terapie, medicazioni e urgenze passano ovviamente avanti. Senza pensare ai ricoveri del pomeriggio, che fanno parte dei compiti burocratici che gli infermieri devono svolgere. In quei casi di due infermieri uno si occupa del ricovero, l’altro di tutti gli altri pazienti». Questo va ad inficiare la qualità del servizio: il paziente si trova in ospedale e chiaramente è molto “sensibile”, così come lo è la famiglia; l’infermiere è sovraccarico di compiti e quindi può accadere che il rapporto paziente – operatore si incrini, che ci siano dei litigi (o peggio). E poi c’è anche altro:«Quando l’organico è ridotto all’osso – continua Piccini – abbiamo meno tempo per ognuno dei pazienti e quindi alcuni sintomi allarmanti si possono notare con minuti di ritardo, che fa la differenza. Se un infermiere nota una condizione di pre-arresto si può agire in un modo, se arriva quando è già in arresto la situazione è ben più grave. Ed è una questione di minuti».
Questi i numeri che stanno dietro ai disagi, snocciolati dal Nursind stesso:« Sono 367 gli infermieri che andranno in pensione nel prossimo triennio 2018-2020 nell’area dell’Asl Toscana Centro e 127 le cessazioni per gli operatori socio-sanitari, a fronte di un piano di assunzioni carente e soprattutto non basato sul reale fabbisogno dei reparti, mentre si continuano ad appaltare all’esterno pezzi importanti di servizio pubblico. Nel prossimo triennio l’Asl Toscana Centro prevede di assumere 448 infermieri e 119 Oss, ovvero solo 81 infermieri in più rispetto all’organico attuale, già carente e sotto forte stress, e addirittura 8 operatori socio-sanitari in meno. Da anni operiamo in una situazione in cui il rapporto tra infermieri e pazienti varia da 1 a 11 fino a 1 a 14 per degenze mediche e chirurgiche, contro un rapporto ottimale di un infermiere ogni 6 pazienti.
Nell’Empolese il rapporto infermieri/pazienti sfiora l’1:12, stessa cosa per l’area di Prato, mentre a Firenze varia tra 1:8 e 1:10, sempre al di sopra della condizione ideale. Senza contare che spesso l’infermiere si trova a dover sopperire anche alle funzioni dell’Oss, per la carenza anche di queste figure». Per il sindacato guidato da Piccini servono nuove assunzioni, mentre per la Cgil è una questione di organizzazione:«Va cambiato il modello di organizzazione – spiega Simone Baldacci della Cgil – perché con le nuovi assunzioni siamo bloccati dalla legge, che praticamente impone di “pareggiare” soltanto il turnover. Servono più turni degli Oss e un livello di reception che toglie la parte burocratica a chi sta lavorando in reparto. Si tratta di responsabilizzare l’infermiere, che prende in carico 10 pazienti e di cui deve sapere tutto. A Empoli non è una questione di numeri: chiedere praticamente di raddoppiare le assunzioni significa chiedere la luna. Per far sì che i disagi non ci siano si deve intervenire sul modello di lavoro e noi abbiamo già fatto delle proposte all’azienda».
Insomma: da una parte si chiede più personale, dall’altra di farlo lavorare in maniera differente. Entrambe le sigle, però, concordano sulla necessità di intervenire, affinchè gli infermieri possano lavorare meglio e quindi offrire un servizio migliore a chi è ricoverato.
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