«Ero lì, sono un’infermiera. È chiaro, dai, che dovevo soccorrere quella bimba». Un gesto straordinario diventa la regola per Annalisa Ottaviano, infermiera a Reumatologia al Santa Chiara e per quindici anni nella trincea del pronto soccorso di Cisanello.
«Sì, quell’esperienza decisamente formativa mi è servita molto l’altro giorno in spiaggia» chiosa la prima soccorritrice della bimba di 3 anni, di Lucca, che domenica pomeriggio ha rischiato di annegare nelle acque davanti al bagno Impero a Marina di Pisa, stabilimento chiuso per fine stagione e senza bagnini, ma con l’accesso libero.
L’istinto dell’aiuto, la professionalità dell’intervento. E per Annalisa, residente nel comune di Cascina, la cosa più spontanea è stata quella di correre verso la donna disperata che teneva tra le braccia uno scricciolo che non dava segni di vita. L’imprevisto che trasforma in angelo custode una persona che si trova lì per caso in un destino scritto con un lieto fine.
«Non so cosa è successo prima – racconta al Tirreno l’infermiera quasi sorpresa dall’interesse per il suo salvataggio –. Ero al telefono in spiaggia con mio marito. Ho sentito diverse persone chiedere aiuto e allora mi sono voltata per capire cosa stesse accadendo». A quel punto la domenica di svago è diventata impegno per il prossimo. Con un effetto salvifico che fa tirare un sospiro di sollievo.
«Quella che poi ho saputo essere la baby sitter della piccola gridava mentre usciva dall’acqua con la bimba in braccio – riprende Annalisa –. La bambina per alcuni istanti aveva perso conoscenza. Mi sono precipitata sulla battigia e per prima cosa mi sono accertata che respirasse». La concitazione di quegli attimi non ha distratto l’infermiera che ha saputo subito cosa fare e nei tempi giusti.
«La bimba aveva perso conoscenza solo per qualche secondo – aggiunge –. L’ho fatta vomitare adottando alcune manovre ad hoc. Anche lei dava segni di rigurgito. Ha rimesso tantissima acqua. Dopo le ho chiesto come si chiamava e ha risposto. Poco alla volta si è ripresa. Piangeva, era sotto choc. Nonostante tutto ha iniziato a parlare non solo con me, ma anche con la tata che era sconvolta. Non so davvero cosa sia successo prima e come possa essere rimasta in mare per bere così tanta acqua».
Nel frattempo è arrivata l’ambulanza della Palp di Marina di Pisa che ha portato la piccola al rendez vous con la Misericordia di Pisa che poi l’ha trasferita all’ospedale e da lì in elisoccorso al Meyer dove ha passato la notte in osservazione. Le condizioni sono in netto miglioramento e oggi dovrebbe tornare a casa. «Dopo l’episodio ho saputo che in serata stava meglio – spiega l’infermiera –. È quello che conta. Sono stati attimi di grande paura. Un conto sono le persone adulte, un altro i bimbi. La responsabilità è enorme. Incontrare la bambina? Se vuole certo, ma a me interessa che sia andato tutto bene e che ora stia meglio. Mi chiamano in tantissimi per questa cosa. Fa piacere, senz’altro. Ma per me è stato naturale, è il mio lavoro aiutare gli altri».
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