“Possibile che sia necessario mettere un cartello per chiedere al personale sanitario di un ospedale che non si va in mensa con il camice e gli altri indumenti che si usano negli ambulatori, nei reparti e nelle sale operatorie?”
Medici e infermieri cacciati fuori dalla mensa del Secondo policlinico di Napoli se non tolgono il camice. Borrelli. Assurdo che si arrivi a tanto. Ho chiesto ai direttori sanitari maggiori controlli sul rispetto delle più elementari norme di igiene e sicurezza comprese le sanzioni contro chi fuma nei reparti
“Possibile che sia necessario mettere un cartello per chiedere al personale sanitario di un ospedale che non si va in mensa con il camice e gli altri indumenti che si usano negli ambulatori, nei reparti e nelle sale operatorie?”
A chiederselo il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione sanità, postando sui social un cartello affisso all’ingresso della mensa del Secondo Policlinico di Napoli in cui si invita coloro che non si sono tolti gli indumenti per entrare in contatto con gli ammalati a non entrare in mensa e ad andare a mangiare altrove.
“Purtroppo la cattiva abitudine di andare in giro al di fuori degli ospedali con gli indumenti che si indossano per garantire una maggiore igiene è talmente radicata che quasi non ci si meraviglia nel vedere medici e infermieri andarsene in giro per bar, mense e parcheggi con il camice” ha aggiunto Borrelli che ha inviato una nota a tutti i direttori sanitari delle Asl e degli ospedali campani “per invitarli a un maggiore controllo sanzionando chi non rispetta le più elementari norme di igiene e sicurezza e anche a sanzionare chi fuma nei corridoi e nei reparti degli ospedali”.
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“Possibile che sia necessario mettere un cartello per chiedere al personale sanitario di un ospedale che non si va in mensa con il camice e gli altri indumenti che si usano negli ambulatori, nei reparti e nelle sale operatorie?”
A chiederselo il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione sanità, postando sui social un cartello affisso all’ingresso della mensa del Secondo Policlinico di Napoli in cui si invita coloro che non si sono tolti gli indumenti per entrare in contatto con gli ammalati a non entrare in mensa e ad andare a mangiare altrove.
“Purtroppo la cattiva abitudine di andare in giro al di fuori degli ospedali con gli indumenti che si indossano per garantire una maggiore igiene è talmente radicata che quasi non ci si meraviglia nel vedere medici e infermieri andarsene in giro per bar, mense e parcheggi con il camice” ha aggiunto Borrelli che ha inviato una nota a tutti i direttori sanitari delle Asl e degli ospedali campani “per invitarli a un maggiore controllo sanzionando chi non rispetta le più elementari norme di igiene e sicurezza e anche a sanzionare chi fuma nei corridoi e nei reparti degli ospedali”.
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Veramente in Valle D’Aosta si accede in divisa….
Negli stati uniti vanno a casa in divisa . Perché è risaputo che le infezioni si trasmettono con le mani . Che nessuno lava
Sinceramente molto tempo fa ho visto nel bar di un ospedale un sanitario con cuffia,camicie e calzari monouso a bersi un caffè e poi uscire a fumarsi una sigaretta e mi sono domandato il senso di tutto ciò :
se gli indumenti potevano esser contaminati,perchè li indossi vicino a me?
se gli indumenti servono a garantire sterilità anche al paziente,perchè li porti fuori,ci fumi sopra etc..?
Forse la parola “divisa” causa equivoci rispetto a quella “indumento da lavoro”:
un camice e calzoni di colore adeguato possono rappresentare la divisa che contraddistingue l’operatore.
Se ci indosso al di sopra indumenti monouso tutelo sia la mia persona che il paziente e poi posso tenermi in teoria la divisa sottostante anche al bar.
Dovrebbe comunque essere elementarmente noto,anche a buon senso,che ciò che uso per il contatto col malato,a sua e mia tutela,non dovrebbe essere usato per altro,esattamente come lo strumentario,i guanti,le lenzuola etc.