Bimbo morto sul campo di calcio a Pineto: Infermiere davanti al GUP

Marco Calabretta, di appena 9 anni,  morì il 25 settembre del 2015 a Pineto, stroncato sul campo di calcio da una fibrillazione ventricolare causata, secondo l’autopsia,  da una malformazione congenita. Una morte per la quale a febbraio era stato assolto il medico del 118 Darush Barhi, finito a processo su imputazione coatta, e per la quale adesso a rischiare il rinvio a giudizio è uno degli infermieri che si trovava sulla prima ambulanza arrivata sul campo di calcio, con la relativa udienza preliminare fissata per il prossimo 11 dicembre davanti al gup Marco Procaccini.
A chiedere il rinvio a giudizio dell’infermiere, a luglio, il pm Stefano Giovagnoni, nell’ambito del fascicolo bis sulla morte del piccolo. Fascicolo aperto  dopo la denuncia presentata dai genitori (rappresentati dall’avvocato Giulio Calabretta) e che inizialmente vedeva indagati tutti i membri dell’equipaggio di quella prima ambulanza con il pm che al termine delle indagini ha stralciato le altre tre posizioni e chiesto il rinvio a giudizio solo per uno dei due infermieri.
All’uomo, nel capo di imputazione, viene contestato, di aver omesso “di applicare prontamente al paziente – che si trovava a terra in uno stato di tachiaritmia ventricolare – l’unica terapia risolutrice rappresentata dalla defibrillazione elettrica” nonostante l’ambulanza fosse dotata di defibrillatore, “unitamente a manovre rianimatorie, in modo da interrompere grazie allo shock elettrico, la fibrillazione ventricolare” e di aver disposto “la mobilizzazione del paziente nell’autoambulanza 118 ancor prima che fosse ripristinato un qualunque stato di coscienza e comunque prima che giungesse il medico del 118”.
L’infermiere ha sempre sostenuto di aver utilizzato il defibrillatore, utilizzo che però non sarebbe documentato. La famiglia del bimbo ha già annunciato la volontà di costituirsi parte civile.
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