Infermieri: in arrivo oltre 90 nuovi master nel 2019

n arrivo 90 master di specializzazione per gli studenti che hanno concluso i percorsi triennali di Professioni sanitarie. Già dal prossimo anno, l’offerta formativa che gli atenei italiani saranno in grado di garantire ai laureati triennali si amplia offrendo al mercato del lavoro e ai pazienti delle strutture pubbliche e private professionisti più specializzati e con competenze più moderne. L’Osservatorio nazionale, fanno sapere con un comunicato congiunto i ministeri dell’Istruzione e della Salute, messo in piedi sei anni fa “ha concluso i lavori avviati per l’individuazione dei master universitari specialistici per le 22 professioni sanitarie” previste dagli ordinamenti: infermiere, fisioterapista, logopedista, tecnico di laboratorio, ostetrica ed altro.

Secondo Giuseppe Novelli, a capo dell’Osservatorio e rettore dell’università Tor Vergata di Roma, si tratta “di un grande risultato”. Vediamo perché. “Le lauree magistrali – spiega Novelli – non esistono per tutte le professioni sanitarie. Ce ne sono soltanto quattro o cinque a cui possono accedere tutti ma si tratta di un’offerta limitata”. Qualche numero chiarirà meglio la situazione. Per l’anno accademico 2018/2019, il Miur ha messo in palio quasi 25mila posti per le lauree di primo livello (triennali): 24.783 per l’esattezza, di cui 14.783 per infermiere. Ma i posti per perfezionare gli studi con la laurea magistrale (biennale) sono cica un decimo e riguardano soltanto 5 percorsi.

“Il contratto di lavoro prevede – continua Novelli – che per l’evoluzione professionale in queste discipline bisogna acquisire delle competenze, non basta solo la laurea. L’idea è queste competenze, adatte e moderne, è possibile fornirle attraverso master professionalizzanti che le università, in autonomia, possono organizzare. Ai fini dell’assunzione in un concorso è sufficiente il master di primo livello”. In un prossimo futuro, per chiarire meglio le cose, l’ecografia cardiaca sarà effettuata da un tecnico specializzato attraverso uno di questi master a cui potranno accedere soltanto due laureati triennali: tecnici della fisiopatologia cardiocircolatoria e tecnici di radiologia.

I 90 percorsi sono stati suddivisi in tre tipologie: master trasversali, rivolti a tutte o parte delle professioni con contenuti prevalentemente organizzativo-gestionali, didattici e di ricerca; interprofessionali, rivolti a due o più professioni su tematiche cliniche a forte integrazione interprofessionale; specialistici professioni, che rappresentano lo sviluppo di competenze specialistiche di ogni professione. Questi percorsi, che gli atenei potranno declinare in modalità annuale o biennale, sono il risultato di mesi di lavoro cui hanno partecipato tutti i soggetti interessati: regioni, l’ordine dei medici, gli atenei, il ministero della Salute e quello dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. E, passato un anno, tutti ancora attorno ad un tavolo per fare il punto della situazione. “Se un master non ha avuto iscritti – conclude il coordinatore dell’Osservatorio – vuol dire che non è attrattivo e occorre riflettere”.

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