Fausta Bonino, l’infermiera indagata per la morte di dieci pazienti ricoverati all’ospedale Villamarina di Piombino tra il settembre 2014 e lo stesso mese dell’anno successivo attraverso iniezioni di eparina, ha chiesto, tramite la sua avvocata, di essere giudicata con rito abbreviato.
La mossa della difesa arriva a meno di un mese dalla data – il 18 gennaio – in cui il tribunale aveva fissato l’udienza preliminare che avrebbe dovuto decidere sul rinvio a giudizio della donna e che invece sarà la prima tappa di un procedimento che arriverà fino alla sentenza. . Quattro le conseguenze di questa scelta: non ci sarà un dibattimento in corte d’Assise, in caso di condanna l’infermiera avrà uno sconto (seppur minimo viste le accuse), a decidere su una vicenda così delicata sarà un unico giudice e il processo si svolgerà in camera di consiglio, dunque a porte chiuse.
L’infermiera, ancora sospesa dall’Asl, è accusata di omicidio plurimo aggravato perché ha agito su persone già in precarie condizioni di salute, abuso d’ufficio per aver somministrato a cinque pazienti di farmaci fuori terapia e infine la ricettazione di diciassette medicinali.
Nella richiesta di rinvio a giudizio, come avvenuto al momento della chiusura delle indagini, compare anche il nome di Michele Casalis, 52 anni primario del reparto dell’ospedale piombinese dal 30 dicembre 2014. Casalis è indagato per omicidio colposo riguardo la morte degli ultimi tre pazienti. Il primario – secondo la Procura – avrebbe infatti tenuto un comportamento negligente violando quei protocolli che stabiliscono come il responsabile debba «vigilare sull’attività e sulla disciplina del personalesanitario». E soprattutto abbia «la responsabilità dei malati».
«Per quello che ci riguarda – spiega l’avvocato Federico Procchi – comunicheremo la nostra scelta al momento dell’udienza. Ecco perché per il momento ci sembra corretto non anticiparla». —