“L’istigazione ai cittadini a trovare un vulnus giuridicamente perseguibile per istruire pratiche e processi contro la sanità pubblica, ma che dopo la legge 24/2017 sulla responsabilità sanitaria hanno con maggiori probabilità esiti poco favorevoli per il denunciante se non supportate da un’adeguata e provata motivazione, non è di oggi: analogo spot e per di più della stessa organizzazione era stato proposto nel 2014 e in modo altrettanto plebiscitario criticato e bloccato”.
Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI, il maggior Ordine italiano co i suoi oltre 440mila iscritti, prende una dure posizione nei confronti dello spot TV che spinge i cittadini alle denunce contro i professionisti del Ssn e chiede misure perché simile situazioni non debbano più ripetersi. “Non si capisce – continua – la ragione di questa ‘dimenticanza’ che aiuta solo a generare un contezioso non utile al rapporto tra Servizio sanitario e assistiti e per di più non necessariamente con un risultato positivo per questi, né dal punto di vista dei diritti, né economico e tantomeno di salute. La nuova legge infatti – qualcuno dovrebbe spiegarlo a pazienti magari spinti dall’emotività in situazioni non favorevoli – stabilisce ad esempio che per una serie di accuse sia proprio il paziente, al contrario di prima, a dover trovare ed esibire le prove. Oppure anche che se il professionista si è mantenuto conforme a linee guida e/o buone pratiche, il reato non sussiste”.
“O ancora – aggiunge la presidente Fnopi – sempre per fare alcuni esempi, assume maggior peso e maggior valore da un lato il tentativo di conciliazione, dall’altro il parere dei consulenti tecnici che non sono davvero spinti nella loro analisi e nei loro giudizi dall’emotività”. “Ci sono quindi innumerevoli situazioni che possono crearsi, diverse da quelle precedenti la legge. E ci sono – afferma – innumerevoli ragioni per cui i cittadini dovrebbero essere tutelati non tanto dai danni sanitari per i quali la legge è già molto chiara, ma dai tentativi di far credere loro che ogni presunta irregolarità possa portare a un risarcimento certo e non, come invece spesso accade (si vedano le numerose sentenze e ordinanze prodotte in questi ultimi anni), a un rimborso di spese evitabili semplicemente con un po’ più di trasparenza e buon senso”. “Un déjà-vu quindi di situazioni già create in precedenza che si sarebbero potute evitare – loro e il danno grave che portano e hanno comunque portato al Ssn – solo con un po’ di memoria in più. Ora – conclude Mangiacavalli – come chiunque abbia buonsenso ha affermato e come anche gli infermieri ribadiscono, il Governo eviti il ripetersi di queste operazioni di marketing che, per dirla con una formula ormai nota perché utilizzata contro il fumo e per prevenire le ludopatie proprio per volontà del Governo, nuocciono gravemente alla salute”.