Foggia: se ne presentano solo in 20 su 80 posti per il 118

La corsa al posto di infermiere sulle ambulanze si è tramutata finora in un flop. Tanto tuonò che (non) piovve, si potrebbe aggiungere. Su ottanta candidati risultati idonei alla chiamata hanno risposto finora soltanto in venti e all’Asl non sono del tutto sicuri che alla fine si riescano a coprire tutti i quaranta posti disponibili. Attualmente sono in corso le convocazioni del personale da assumere, ma da quel che si dice in giro non seducono granchè gli incarichi disseminati un po’ in tutta la provincia, molto spesso considerati luoghi disagiati perchè lontani dalla sede di residenza. Oltretutto l’incarico è a tempo determinato e in quella graduatoria sono finiti parecchi infermieri che risultano già essere dipendenti a tempo in strutture sanitarie del territorio.

L’esigenza di questo avviso pubblico, come si ricorderà, era stata dettata dalla nascita della nuova Areu, l’agenzia regionale dell’emergenza-urgenza ancora in fase di gestazione in assessorato alla Sanità. La Regione ritiene infatti che gli infermieri professionali, al pari dei medici, debbano essere inquadrati presso l’Azienda sanitaria locali e non debbano più essere ingaggiati attraverso altre forme, più o meno fantasiose, come la partita Iva e l’inquadramento come volontari nelle strutture di soccorso spesso nelle mani di associazioni. All’avviso pubblico si sono presentati in trecento, è scattata la bagarre per accaparrarsi uno dei quaranta posti. Così almeno suggerivano le dichiarazioni al veleno di alcuni candidati che, ritrovatisi in graduatoria nelle retrovie, hanno gridato allo «scandalo» accusando la commissione esaminatrice di non aver tenuto conto dei titoli esaminati. Una tesi «fuorviante», respinta dal direttore generale dell’Asl, Vito Piazzolla, che accusa gli infermieri autori di un esposto e coloro che si sono rivolti ai giornali (la Gazzetta tra questi) di aver «alimentato una campagna di odio sconclusionata,ingiustificata e con risvolti anche dubbi sulla cui valutazione pensiamo di presentare un esposto alla magistratura».

Piazzolla punta il dito contro il clima di intimidazione e violenza che sta caratterizzando il difficile passaggio del sistema di emergenza-urgenza in Capitanata dall’improvvisazione e dal “fai da te” degli ultimi anni a una struttura organizzata al servizio del cittadino. L’auto di un dirigente di Sanitaservice incendiata a Torremaggiore, l’ambulanza che ha preso fuoco ad Apricena lo scorso 26 dicembre sono episodi inquietanti a conferma del difficile momento della sanità foggiana in una fase di snodo del sistema pubblico locale. Ammesso che i fenomeni di violenza possano avere a che fare con le rivendicazioni dei lavoratori, o non siano piuttosto da considerare soltanto gesti inqualificabili. «Siamo irritati per la campagna di odio alla quale siamo stati sottoposti negli ultimi giorni – sbotta Piazzolla – ci siamo sentiti sotto schiaffo di certi personaggi che raccontano soltanto falsità, ma in questa provincia la musica è cambiata e penso che se ne siano accorti in molti. Oltretutto – aggiunge il dg – le lamentele sono arrivate anche da parte di candidati che non sono stati ammessi per non aver saputo scrivere nemmeno il proprio curriculum. C’è chi ha sollevato chissà quali sospetti semplicemente perchè la commissione, com’è giusto che sia, non ha tenuto conto del periodo di volontariato trascorso nelle associazioni semplicemente perchè quel tipo di esperienza, lo dice la legge, non può essere valutabile con un punteggio».

Il direttore generale dell’Asl preannuncia che gli stessi parametri saranno presi in considerazione per la formazione della nuova Areu: «Se ne faccia una ragione chi ha alimentato una gogna mediatica assurda nei nostri confronti – aggiunge Piazzolla – stiamo già ragionando con gli organi inquirenti, questa storia deve finire. Le accuse alla commissione sono ingiuste e gratuite, anzi devo ringraziare i tre professionisti che si sono messi a lavorare di buona lena in periodo pre-festivo perché la graduatoria fosse compilata nel più breve tempo possibile».

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