In corso a Napoli, all’azienda ospedaliera “Cardarelli” fino a domani, “PATIENT SAFETY 3.0 – il futuro è già il presente”, evento organizzato dalla School of Clinical Risk Management.
Il settore sanitario è uno dei sistemi organizzativi più complessi, caratterizzato da molteplici dimensioni: tecniche, professionali, organizzative, gestionali, disciplinari. La natura del sistema, inoltre, diventa sempre piu complessa: se l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica rendono disponibile un numero sempre maggiore di strumenti diagnostici e terapeutici, allo stesso tempo i costi legati alla cura e alla salute aumentano e la complessità organizzativa del settore sanitario si fa sempre maggiore. Nascono quindi enormi problemi legati alla gestione non solo del SSN, ma anche delle singole aziende sanitarie ed ospedaliere, anch’esse responsabili della gestione dei capitali a loro disposizione. È quindi rilevante riuscire a fornire delle strategie operative che consentano al Management delle organizzazioni sanitarie e alle Direzioni Sanitarie in particolare, di conciliare la miglior cura per i loro pazienti con i minori costi possibili; in poche parole: efficacia, qualita, affidabilita ed efficienza.
È pertanto necessaria l’attivazione di un’assistenza ospedaliera e territoriale che possa essere definita Smart, nella quale gli investimenti effettuati in infrastrutture di comunicazione, tradizionali e moderne, assicurino uno sviluppo sostenibile e un’alta qualità della vita, una gestione sapiente delle risorse, attraverso l’impegno e l’azione partecipativa. Il concetto di Smart Health è basato essenzialmente sull’efficienza che a sua volta è basata sulla gestione manageriale, l’integrazione delle tecnologie e la partecipazione attiva dei cittadini. Ciò implica un nuovo tipo di governance con il coinvolgimento autentico del cittadino. Attraverso la Smart Health si abbattono i gap infrastrutturali mediante l’impiego di soluzioni di trasmissione dati innovative, di semplice installazione, integrabili alla rete informatica preesistente ed in grado di garantire una connettività pervasiva abbinata ad elevate performance.
Alla cerimonia inaugurale dell’evento, per la Fnopi, ha partecipato al vicepresidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Napoli, Teresa Rea. Il suo intervento si è soffermato sul potenziamento dell’assistenza domiciliare e della della residenzialità fondata sulla rete territoriale di presidi sociosanitari e socioassistenziale. L’evidente disparità a livello regionale potrebbe essere superata anche e soprattutto puntando su innovazione tecnologica. Per gli infermieri, inoltre, il tema della digitalizzazione molto spesso è saldato a quello dell’emergenza, quando si dialoga in tempo reale con una centrale operativa (anche per telemedicina e teleconsulto) o quando si riesce a garantire assistenza anche in luoghi impervi e remoti (come le piccole isole o le zone montane). Il monitoraggio a distanza post-acuzie è un altro aspetto di notevole interesse per la professione.
“Se parliamo però di innovazioni in senso più generale – ha dichiarato Rea – per il nostro Ordine non è più rimandabile l’introduzione di nuovi modelli organizzativi e di figure da strutturare come l’infermiere di famiglia e di comunità che, specie con l’ausilio delle nuove tecnologie, possono giocare un ruolo fondamentale sin d’ora per saldare ospedale e territorio garantendo standard elevati di assistenza ad una popolazione sempre più anziana”.
Nei prossimi dieci anni 8 milioni di anziani avranno almeno una malattia cronica grave. E nel 2030, potrebbero arrivare a 4 milioni e mezzo gli ultra 65enni che vivranno da soli, e di questi, 1 milione e 200mila avrà più di 85 anni. Il potenziamento dell’assistenza domiciliare e della residenzialità fondata sulla rete territoriale di presidi sociosanitari e socioassistenziali, a oggi ancora un privilegio per pochi, con forti disomogeneità a livello regionale, non è più procrastinabile anche in funzione di equilibri sociali destinati a scomparire, con la progressiva riduzione di persone giovani all’interno dei nuclei familiari.