Turni di notte e reparti cambiati: la protesta di una neo mamma Infermiera

La Cgil di Treviso denuncia il caso di una lavoratrice dell’ospedale San Camillo, spostata di punto in bianco in un altro reparto, per di più con l’ulteriore aggravio di dover effettuare anche turni di notte. Una vicenda che, se dal punto do vista normativo è ineccepibile, dimostra, secondo il sindacato, le difficoltà da parte degli enti di trovare il modo per conciliare lavoro e problemi familiari.

«La lavoratrice si è rivolta al sindacato per chiedere aiuto, segnalando di aver ricevuto dalla direzione del San Camillo una raccomandata con l’aut aut» spiega Ivan Bernini, segretario Funzione pubblica Cgil, «non è la prima volta che si creano problemi tra l’ente, che è un soggetto privato convenzionato, e il personale in organico, in passato abbiamo già ricevuto delle rimostranze sull’atteggiamento autoritario tenuto dalla struttura nei confronti dei lavoratori». Il disagio della professionista nascerebbe dalla difficoltà a conciliare i due figli piccoli con le esigenze lavorative sue e del marito, perché anche quest’ultimo svolge regolarmente i turni di notte.

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