Si può eseguire un prelievo a scopo diagnostico da CVP?

Spesso il prelievo ematico ai pazienti che devono essere sottoposti a ripetuti controlli o con scarso patrimonio venoso viene eseguito dalla cannula venosa periferica (CVP). 

L’obiettivo dello studio è valutare se i campioni ematici prelevati da CVP hanno un tasso di emolisi maggiore rispetto a quelli prelevati con tecnica classica, e se il prelievo da CVP altera i risultati degli esami di laboratorio.

È stata condotta una ricerca bibliografica nella banche dati PubMed, Cinhal e Ovid, utilizzando come parole chiave Peripheral Catheter, Blood Specimen Collection, Blood Sample, Hemolysis e individuando 19 articoli tra cui 2 metanalisi, e selezionando i lavori fatti nei dipartimenti di emergenza. Risultati.

Le metanalisi concordando nel dichiarare che i prelievi eseguiti da ago hanno un rischio inferiore di emolisi. Con l’ago si riduce il rischio dell’84% (RR=0.16, IC 95% 0.11-0.24) (Heyer et al), e il prelievo da CVP aumenta del 7% il rischio di emolisi (RR di 1.07 IC 95% 1.06-1.08, p<0.001) (Lippi et al). Entrambe le metanalisi concordano che l’aspirazione manuale riduce il rischio di emolisi rispetto all’uso delle provette sottovuoto. Il prelievo da CVP non comporta però l’alterazione della lettura della maggior parte degli analiti.

Conclusioni. I prelievi da CVP aumentano il rischio di emolisi del sangue, ma possono essere usati per i prelievi a scopo diagnostico, con l’eccezione dei prelievi dei gas nel sangue.

Articolo scientifico redatto da Stefano Benso
CPSI, Direzione Sanitaria Ospedale S. Croce, Moncalieri (TO) e disponibile a questo link