Terzo incontro sull’infermieristica militare organizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie (FNOPI).
Questa volta un incontro ECM, rivolto agli infermieri delle Forze Armate, della Polizia di Stato e civili che ha offerto una panoramica di riferimento sull’attuale organizzazione delle diverse realtà degli specifici comparti.
Durante i lavori e grazie alle relazioni degli esperti nazionali e internazionali, sono state esaminate e approfondite le competenze istituzionali con riguardo alle innovazioni legislative in tema di rischio professionale e le valutazioni orientative per l’esercizio delle professioni sanitarie.
In particolare sono stati affrontati due temi di grande rilevanza per la Sanità Militare. Il primo è relativo all’organizzazione, alla formazione e alle prospettive della componente infermieristica militare e di come questa possa contribuire al processo di rinnovamento necessario per un supporto sanitario sempre più aderente alle esigenze operative e ad una realtà di riferimento in costante evoluzione.
In questo senso, grazie alla disponibilità di rappresentanti infermieri dei Paesi NATO sono stati presentati gli elementi essenziali dell’organizzazione e della formazione infermieristica dei loro servizi sanitari, offrendo utili elementi alla discussione sul processo di sviluppo della Sanità Militare Italiana.
Il secondo tema è stato quello della gestione dei rischi e della responsabilità nell’ambito dell’esercizio professionale in Sanità Militare, con la presenza di studiosi militari e civili.
Gli infermieri sono prevalentemente collocati nel Ruolo Marescialli (non direttivi).
La Legge 94/2017 ha modificato leggermente l’assetto prevedeno però rispetto al passato che
La carriera del ruolo dei marescialli, preposti a funzioni di comando, coordinamento e controllo è caratterizzata da uno sviluppo direttivo” (ART. 627 codice ordinamento militare)
Al personale nei gradi apicali (Primi Marescialli/Luogotenenti) del ruolo possono essere attribuite: (art. 839 del codice ordinamento militare) funzioni di indirizzo o di coordinamento; assolvere in autonomia incarichi di comando; possono svolgere attività di studio ricerca e sviluppo tecnico; possono essere nominati membri di commissioni di Forza armata relative all’avanzamento, al reclutamento di personale militare; possono assolvere funzioni di rappresentanza istituzionale in consessi interni ed esterni alla Difesa; possono svolgere attività di insegnamento teorico-pratico presso istituti, scuole, enti di formazione e addestramento; consente un passaggio per i Luogotenenti al ruolo Ufficiali.
Ma tutto questo e totalmente slegato dal possesso o meno di titoli suppletivi tipo master e/o laurea magistrale eo/o dottorato.
Il limite è il non legame tra inquadramento giuridico (grado) e possibilità di valorizzazione dei titoli e delle funzioni.
Nel ruolo Ufficiali, a proiezioni dirigenziale (dal grado di Maggiore) sono presenti medici, farmacisti, odontoiatri, psicologi e Ufficiali di diversa formazione (anche infermieri) con concorso interno che non prevede tra i requisiti ad esempio la necessità di titolo di laurea magistrale.
Tra il ruolo ufficiali sono presenti anche le appartenenti al corpo ausiliario delle infermiere volontarie di Croce Rossa che per la maggioranza non sono in possesso del titolo di infermiere.
Nella maggioranza dei paesi NATO (Spagna, UK, Portogallo, Finlandia, Danimarca, Svezia, USA, Australia, etc..) ma anche nei paesi in stabilizzazione (i.e Afganistan) gli infermieri sono nel rango ufficiali. Quindi anche all’interno della stessa organizzazione.
Dai lavori è emersa la necessità di collegare meglio la formazione post base (Master/Laurea Magistrale/Dottorato) per l’assolvimento di funzioni infermieristiche di livello crescente e i relativi gradi e definire ove possibile una filiera organizzativa e gerarchica differenziata tra personale medico e personale delle professioni sanitarie per garantire l’autonomia nell’assolvimento delle funzioni assistenziali, anche nell’esercizio delle competenze avanzate.
Allo stesso tempo è necessario che l’assistenza infermieristica sia centrata sulla persona/soldato e sulle funzioni dell’organizzazione militare.
Sono necessari, sulla base delle indicazioni legislative nazionali e della NATO maggiori standard, linee guida, protocolli e per far questo è necessario il lavoro di tutti.
E’ sicuramente ipotizzabile “rafforzare la posizione e le funzioni degli infermieri nelle attività sanitarie di primo contatto”, anche con possibilità di somministrazione autonoma di farmaci sulla base di linee guida e protocolli multi-professionali e/o con ausilio telemedicina ed avere personale focalizzato sulla tutela della salute a livelli crescenti, con attenzione anche al contesto operativo di riferimento e alla medicina occupazionale-medicina del lavoro.
Il mix dei mutamenti tra norme militari e norme civili, quindi, individua i tratti salienti di una professione profondamente rinnovata, oltre che nella sostanza anche nella “forma” e quindi in questa fase storica di complessivo riordino in senso interforze appare configurabile agire non solo nel campo di riordino delle carriere ma di riordino complessivo dell’organizzazione sanitarie militare e del ruolo del personale delle professioni nell’erogazione delle prestazioni sanitarie.
L’evento – che ha registrato una notevole affluenza di infermieri militari e civili e di ufficiali dei rispettivi corpi di sanità militare e della polizia di Stato – ha rappresentato un momento di confronto con la FNOPI per identificare e la valutare le attività infermieristiche militari e delle Forze di Polizia in campo normativo, organizzativo e formativo, in linea con l’evoluzione complessiva dei comparti, anche attraverso la comparazione con gli scenari operativi di altri Paesi della NATO.