Un detenuto del carcere di Lecce ha aggredito un’Infermiera in servizio prendendola letteralmente a secchiate d’acqua in quanto, secondo la propria opinione, nei suoi confronti ci sarebbe scarsa considerazione.
Il fatto si è verificato durante il giorni di Pasqua e a darne notizia è il sindacato del COSP. L’unica colpa (se così si può dire) sarebbe quella di non aver risposto subito alle richieste dell’uomo perché impegnata nel finire il giro della terapia. L’infermiera è stata dapprima riempita d’acqua e, quindi, trovandosi nella condizione di doversi cambiare e poi ricoperta di insulti, aggredita verbalmente.
Il presidente del Sindacato afferma:
E’ l’ennesimo episodio che va ad aggiungersi alla lunga lista di aggressioni  fisiche e verbali. Un’aggressione verbale contro le donne nella giornata della Santa Pasqua pesa come un macigno contro il mondo lavorativo delle donne e degli operatori che nelle prigioni italiane e pugliesi offrono la propria attività per la società e lo Stato.
In Italia si contano oltre 2mila casi e inevitabilmente a pagare il prezzo più alto sono gli operatori della polizia penitenziaria ai quali viene affidato il controllo e la sicurezza di interi settori dei penitenziari. Nessuno fino a questo momento si è posto il problema del perché il corpo della polizia penitenziaria paghi un prezzo così alto anche termini di suicidi: 127 nell’arco di una decina di anni ma con una preoccupante crescita negli ultimi tempi.Â
La cronica carenza di personale  di polizia, ma anche del Comparto funzioni centrali e di quello sanitario, a causa delle scarsissime risorse finanziarie necessarie a riformare l’intero sistema carcerario e sanitario dopo il fallimento della legge di Riforma del 2008, transitando poteri di assunzione alle Regioni sono solo alcuni degli aspetti  più critici.
Il sindacato è convinto della necessità che il controllo e la sicurezza delle carceri debba essere affidato al Dipartimento dell’interno e torni in capo ai prefetti come proposto per i sindaci dal ministro dell’Interno Matteo Salvini con recente circolare.
Domenico Mastrulli