Marino, infermiere al Brotzu: "Con 1600 euro arrivo a malapena a fine mese"

Marino Vargiu lavora nell’Unità coronarica del più grande ospedale sardo, il Brotzu, ed è un nostro collega dal 2000. Nella video intervista realizzata durante la mobilitazione organizzata da Nursing Up a causa del demansionamento e delle condizioni di lavoro che affrontano quotidianamente, Marino afferma: “Prendo solo l’indennità di diciassette euro quando faccio la notte o il giorno di Natale, facendo due conti non mi arrivano più circa duecento euro. Mia moglie lavora part-time nel privato, abbiamo difficoltà ad arrivare a metà mese dovendo mantenere due figli.

Voglio sensibilizzare l’opinione pubblica, tutti devono prendere coscienza del fatto che il mio mandato è un altro, gli utenti hanno il diritto di essere assistiti e se manca il personale OSS preposto a determinate funzioni faccio fatica a raggiungere il mio obiettivo. Non ho mai pensato di cambiare lavoro, lo faccio con passione ma, oggi, anche con delusione perché la mia categoria è maltrattata da tempo.”

La videointervista è disponibile a questo link

1 Comment

  1. Il concetto fondamentale che doveva emergere da quell’ intervista, dal titolo abilmente distorto per ottenere visualizzazioni, era che gli Infermieri non riescono a svolgere appieno il proprio mandato in quanto, a seguito della carenza/assenza delle necessarie figure di supporto, il loro operato è continuamente e in modo prevalente distratto da compiti e mansioni non propri di quel profilo, fattispecie questa che oltre a dequalificarne il ruolo e a vessarne l’orgoglio e l’immagine professionale, lo costringe ad una condizione di demansionamento istituzionalizzato e legalizzato. Puntualizzo che quel intervista è stata rilasciata in occasione di una manifestazione in piazza con lo scopo di sensibilizzare, appunto, l’opinione pubblica e le istituzioni al problema/piaga del demansionamento che sempre più affligge la nostra professione, Ancor più, visto che tale condizione, oltre a danneggiare gli infermieri, determina un grosso danno a tutti i pazienti, in particolare quelli più critici o con ridotta autonomia, che per pura impossibilità, si vedono soddisfare con grossi ritardi, o addiritura negare, alcuni bisogni assistenziali, nonostante sia un loro sacrosanto diritto pretendere di vederli soddisfatti !

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