Infermiera del San Giovanni Bosco: "Noi salviamo vite, la camorra non ci appartiene"

Dopo le vicende dei mesi scorsi l’Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli è finito nuovamente nel mirino, stavolta per una vicenda alquanto grave. Con la conclusione dell’indagine che ha portato in manette oltre 100 membri della camorra, si è venuto a sapere che diverse persone all’interno dell’ambiente ospedaliero erano legate a questi soggetti e, quindi, alla camorra stessa.

Le indagini risalgono al lontano 2015 e sono terminate la settimana scorsa. Ciò non è bastato, però, a gettare dubbi sul personale presente nell’ospedale, scatenando l’ira di coloro i quali (in maggioranza) estranei ai fatti. Tra questi un’Infermiera a scritto una lettera e l’ha indirizzata al commissario straordinario dell’ASL Napoli centro, Verdoliva. Nella lettera si legge:

Caro Commissario sono un’infermiera dell’ASL Na1, ma prima di tutto sono un’infermiera del San Giovanni Bosco e, capirà bene, che alla Gogna noi ci siamo da N tempo. Io lavoro da 30 anni in quell’ospedale, ci sono nata, ci sono cresciuta e sono diventata una professionista, ed una mamma. Mi creda, è un dolore per me, oggi, sentirmi accomunata ad un mondo che non mi appartiene, sentire dire da un ministro della Repubblica, che il San Giovanni Bosco “deve essere sciolto”…. E con esso quindi anche tutti i lavoratori onesti che in quell’ospedale hanno dato e danno a tutt’oggi l’anima, svolgendo il proprio lavoro tra mille difficoltà? Mi sento davvero umiliata a sentirmi chiamare collusa di un sistema a cui non appartengo… Io pensavo di dover indossare la mia divisa al mattino quando cominciavo il turno di lavoro e di dover dare sollievo alle sofferenze altrui, ed invece, probabilmente mi sbagliavo. Dovevo indossare un’armatura e combattere come un supereroe, ed anziché svolgere il mio lavoro quotidiano, avrei dovuto indagare ed intrigarmi degli affari loschi che altri facevano, e poi fare rapporto chissà a chi….
Non è così che funziona, io sono stata assunta per salvare vite umane non come agente segreto e se lei oggi tiene alla mia dignità ed a quella di tutti i professionisti seri ed onesti del San Giovanni Bosco, ha il dovere di difenderci dalle accuse e dalle calunnie che ci vengono mosse dall’opinione pubblica e da chicchessia. NON CI LASCI SOLI.

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