Cresce l’allarme per l’epidemia di Ebola in corso nella Repubblica democratica del Congo e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha deliberato lo stato di ‘Emergenza Internazionale di Salute Pubblica’. La decisione è stata presa dal Comitato istituito dall’Oms, che si è riunito a Ginevra per la quarta volta dall’inizio dell’epidemia nel paese africano, lo scorso ottobre.
“La dichiarazione – ha precisato il direttore del Comitato Robert Steffen – è una misura che riconosce il possibile aumento del rischio nazionale e regionale, e il bisogno di una azione coordinata e intensificata per gestirlo”. A preoccupare gli esperti è l’espansione geografica dell’epidemia, con i casi che ora coprono un’area di 500 chilometri quadrati. “Nessun paese dovrebbe chiudere i propri confini o porre restrizioni ai viaggi o ai commerci – ha precisato Steffen -. Queste misure sono implementate di solito in base alla paura e non hanno basi scientifiche”. La risposta, ha sottolineato il direttore generale Oms Thedros Adhanom Ghebreyesus, è stata ritardata anche dalla mancanza di fondi. “E’ tempo che il mondo prenda coscienza e raddoppi gli sforzi – ha affermato -. Dobbiamo lavorare insieme in solidarietà con il Congo per mettere fine all’epidemia e costruire un sistema sanitario migliore. Un lavoro straordinario è stato fatto per quasi un anno nelle circostanze più difficili. Dobbiamo a questi operatori un contributo maggiore”.
– in Congo contagiati 750 bambini
In Congo, 750 bambini sono stati colpiti dal virus Ebola (31% dei casi) ed il 40% ha meno di 5 anni. Fino ad oggi quasi 2.500 persone sono state contagiate nel focolaio in corso, di cui 1.665 sono morte. Lo ha reso noto Marixie Mercado, portavoce dell’Unicef al Palazzo delle Nazioni a Ginevra, dopo una missione nella Repubblica Democratica del Congo, a Kivu Nord e Ituri, le due province colpite dal virus, e a Goma, Beni, Butembo e Bunia. “Questa epidemia – ha avvertito Mercado – sta contagiando un maggior numero di bambini rispetto alle precedenti. Al 7 luglio, si erano verificati 750 contagi fra i bambini. Questo numero rappresenta il 31% del totale dei casi, rispetto a circa il 20% nelle epidemie precedenti.
I bambini piccoli, con meno di 5 anni, sono particolarmente colpiti e a loro volta stanno contagiando le donne. Fra gli adulti, le donne rappresentano il 57% dei casi”. Mercado ha inoltre sottolineato che il tasso di mortalità della malattia per i bambini con meno di 5 anni è del 77%, rispetto al 67% di tutti i gruppi di età: “Prevenire i contagi fra i bambini deve essere al centro della risposta all’Ebola”, ha affermato.
I bambini più piccoli, ha affermato la responsabile Unicef, “incorrono in un rischio maggiore rispetto agli adulti, ragion per cui hanno bisogno di attenzione mirata. Ma l’Ebola colpisce anche i bambini in maniera estremamente diversa rispetto agli adulti, e la risposta deve tenere in considerazione anche i loro specifici bisogni psicologici e sociali”. Inoltre, i bambini già malnutriti – fin troppo comuni in Repubblica Democratica del Congo – “necessitano di una cura con cibo specifico e quelli che vengono separati, spesso improvvisamente e brutalmente, dai loro genitori a causa dell’Ebola – ha detto – necessitano di cure e attenzioni dedicate”.
Ma c’è anche un’altra grave emergenza che sta emergendo: “I bambini che sono rimasti orfani a causa della malattia hanno bisogno di cure e supporto a lungo termine, fra cui la mediazione con le famiglie allargate che – ha spiegato Mercado – si rifiutano di accoglierli”.