Un medico e un infermiere in servizio presso l’ASP di Reggio Calabria sono stati sospesi dal servizio perché accusati di associazione mafiosa dopo una lunga indagine che li aveva già condannati anche per ricettazione. La commissione straordinaria che amministra l’Azienda ha prolungato la condanna per tutelare la propria immagine.
Non sono i primi sanitari ad essere accusati e sospesi dalla loro attività. La cassazione ha annullato la condanna con rinvio alla corte d’appello ma la commissione straordinaria ha ribadito, a muso duro, le sospensioni.