Un incendio che ha devastato l’Unità Operativa della Psichiatria dell’ospedale Giovanni Paolo XXIII e nel quale ha perso la vita una giovane ragazza di 19 anni. Secondo le prime indagini il rogo sarebbe partito proprio dalla sua stanza di degenza. La giovane ragazza in mattinata aveva tentato il suicidio per cui reso necessario un intervento di contenzione a letto, per evitare che la stessa potesse riprovarci.
Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti anche quella che la vittima possa essere venuta in possesso (come, resta da vedere) di un accendino da cui sarebbe nato il rogo. L’ospedale in un comunicato fa cenno allo stato alterato della giovane: «La paziente deceduta era stata bloccata pochi istanti prima dell’incendio a causa di un forte stato di agitazione dall’équipe del reparto. Scattato l’allarme, nell’ambito delle procedure di evacuazione dei pazienti prontamente attivate, il personale infermieristico ha aperto la porta della camera dove si trovava la diciannovenne per portarla in salvo. Ma il personale si è trovato davanti a un muro di fumo e nonostante l’uso dell’estintore non è stato possibile raggiungerla. Hanno tentato diverse volte, anche con gli addetti della squadra antincendio, senza purtroppo riuscire.
Al momento, l’ipotesi più probabile – fanno sapere dal Papa Giovanni XXIII – è che le fiamme siano divampate proprio in quella camera. La perquisizione personale e della stanza, prevista in psichiatria per ritirare oggetti pericolosi, è stata eseguita anche nella mattina. La direzione e tutto il personale sono profondamente scossi e addolorati da quanto è accaduto. Un’indagine interna è già stata avviata». Nel frattempo sono stati evacuati gli altri pazienti della Psichiatria, della nefrologia e dell’oncologia (al secondo piano della torre 7). In totale ottanta pazienti, accolti nell’area alle emergenze. Sette di loro sono stati trasferiti in altre strutture. Due sono stati dimessi.
Il Giorno