Un’aggressione alquanto violenta quella che si è verificata al San Camillo di Roma dove un’Infermiera di 55 anni è stata presa a schiaffi da un uomo di 48. Alla base del gesto ci sarebbe un motivo del tutto futile: un’occhiata di troppo che l’uomo ha immaginato e che avrebbe scatenato la sua furia.
L’infermiera aveva timbrato, passando il badge, e si era fermata a prendere un caffè alla macchinetta quando l’uomo ha iniziato ad inveirle contro, forse sotto effetto di alcol e sostanze stupefacenti. La collega più volte gli ha intimato di farsi indietro finché non è stata colpita da un pesante schiaffo in pieno volto, tanto da farle cadere gli occhiali.
La collega, ancora sotto shock, ha riportato un trauma contusivo ed ha sporto denuncia. Le sue parole a caldo sono state le seguenti: “Mi ha aggredito senza alcun motivo. Qui si rischia ogni giorno“.
Il Direttore Generale del San Camillo ha successivamente affermato:
La vittima stava all’ingresso, in un’area esterna, quando il senza fissa dimora, una sbandato le ha dato fastidio. Pare un’occhiata di troppo, forse frutto della sua fantasia, all’origine dell’aggressione. Qui la battaglia senza i fissa dimora la facciamo, ogni giorno, il fenomeno delle dimore vere e proprie negli anfratti lo abbiamo debellato. Ma il San Camillo è un quartiere con una decina di accessi, non è facile controllare tutto. Questo personaggi vagano come fantasmi, sfruttando a volte anche una certa inclinazione ad aiutare il prossimo che ha il personale che lavora in un ospedale. Le nostre guardie badano con continuità alla sicurezza dell’ospedale, accompagnandoli all’uscita ogni volta. Ma resta il fatto che dobbiamo chiederci se esiste un modo per gestire il fenomeno. Nel caso specifico, è un soggetto che ritorna, allontanato più volte. Identificato, conosciuto, insomma. Uno dei tanti personaggi che vagano per la città e fanno di ospedali, metro e stazioni il loro rifugio
D’Alba Fabrizio