La presidente dell’OPI di Ascoli prende una netta posizione, come è giusto che sia, in merito alla maxi rissa avvenuta in pronto Soccorso a San Benedetto del Tronto qualche giorno fa e in cui sono stati coinvolti, sfortunatamente, anche alcuni colleghi infermieri. In una nota ha denunciato a situazione, ponendo un punto fermo sulla violenza e su ciò che dovrebbe essere fatto per bloccarla sul nascere.
Premesso che la violenza sul posto di lavoro è un problema che investe i paesi di tutto il mondo, la reale dimensione del problema non è manifesta, si stima, infatti, che i dati raccolti siano soltanto la punta dell’iceberg. Il rischio di subire aggressioni per infermieri e operatori sanitari è più elevato rispetto ad altri lavoratori che operano in contatto diretto con l’utenza, soprattutto in specifici setting quali quelli psichiatrici, geriatrici, di lungodegenza, di ortopedia-traumatologia, nel nursing di comunità , nei Pronto Soccorso e nei servizi di emergenza-urgenza. A riprova dei numeri che emergono dalle ricerche specifiche sul tema (ancora troppo poche), basta dare un’occhiata agli episodi rilanciati quasi quotidianamente da mass media e social network: notizie di cronaca inerenti gesti, anche gravi, di violenza verso gli operatori sanitari che restituiscono l’istantanea di un fenomeno dalla rilevanza (ancora e sempre più) inquietante. Gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari costituiscono degli eventi sentinella che richiedono la messa in atto di opportune iniziative di prevenzione e di protezione
Morganti Laura – OPI Ascoli