La pandemia COVID-19 rappresenta una sfida senza precedenti per tutto il mondo, poiché fa emergere ancora di più quanto sia fondamentale una corretta gestione delle limitate risorse sanitarie.
Dalla collaborazione tra Choosing Wisely Canada e i membri della comunità internazionale Choosing Wisely (di cui fa parte anche Choosing Wisely Italy) è nata una lista di nove raccomandazioni per i cittadini e per i professionisti che dovrebbe far aumentare la consapevolezza della necessità di utilizzare con maggior saggezza i mezzi sanitari. Si tratta della prima lista di raccomandazioni Choosing Wisely definita attraverso una collaborazione internazionale, visto che, finora, venivano elaborate dai singoli Paesi.
“Fare di più non significa fare meglio – Choosing Wisely Italy” è la campagna lanciata in Italia dall’associazione Slow Medicine nel 2012, ed è parte di Choosing Wisely International. La lista sviluppata per l’attuale virus va utilizzata come fonte di informazioni e non come sostituto di consigli o cure mediche. Pertanto, bisognerà consultare il proprio medico o l’autorità sanitaria pubblica locale prima di prendere qualsiasi
decisione relativa all’assistenza sanitaria.
L’attuale lista dedicata al COVID-19 è stata definita in base a potenziali raccomandazioni sulle attuali esperienze di risposta al morbo e sarà aggiornata con la collaborazione di tutti, via via che emergeranno evidenze in risposta alla pandemia di COVID-19.
Cos’è una campagna Choosing Wisely? Choosing Wisely® è stata lanciata per la prima volta da ABIM Foundation negli USA nel 2012. Oggi è un Movimento globale, con campagne in oltre 20 Paesi in cinque continenti, che si avvalgono dell’aiuto di società scientifiche nazionali per sviluppare liste, basate su prove di efficacia, di esami o trattamenti che medici e pazienti dovrebbero mettere in discussione.
Le raccomandazioni Choosing Wisely su COVID-19 constano di nove pratiche per cittadini e professionisti allo scopo di aiutare tutti ad usare con saggezza le limitate risorse sanitarie durante l’attuale pandemia.
Questa lista riconosce che sia i professionisti che i cittadini svolgono un ruolo fondamentale nell’utilizzo delle risorse. Le raccomandazioni prendono in considerazione una prospettiva globale, pur riconoscendo che i Paesi si trovano in fasi diverse e hanno, di conseguenza, risposte diverse.
Ecco le 9 raccomandazioni.
– Non uscire per motivi non essenziali. Mantenere una distanza fisica sicura dagli altri (1 metro) e lavare spesso le mani, seguendo le indicazioni dell’autorità per la salute pubblica nazionale e locale. Evitare gli assembramenti, viaggi non necessari e incontri sociali.
– Non andare di persona in un ospedale, clinica o studio medico per cure di routine. I professionisti sanitari possono offrire anche assistenza tramite internet, mail, social network, cellulari…).
– Non andare al pronto soccorso per la valutazione di sintomi lievi di COVID-19.
– Non auto-prescriversi o richiedere terapie di efficacia non dimostrata per prevenire o curare COVID-19.
I professionisti, invece, devono:
– Non offrire di persona servizi non essenziali ai pazienti; ritardare, ove possibile, le cure e gli esami di laboratorio non essenziali.
– Non trasferire in ospedale pazienti fragili residenti in una casa di cura. Se è inevitabile, fornire all’ospedale chiare istruzioni circa le direttive anticipate del paziente nei confronti delle cure.
– Non somministrare globuli rossi sulla base di un livello di emoglobina arbitrario. Fornire una unità di globuli rossi alla volta e rivalutarne la necessità di somministrarne di più, visto che è fondamentale conservare le riserve di sangue nel corso della pandemia da COVID-19.
– Non intubare i pazienti anziani fragili senza aver parlato con i familiari.
– Non prescrivere per i pazienti di COVID-19 terapie di efficacia non dimostrata.