Pubblicato sul portale del Sistema Nazionale linee Guida (SNLG) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il documento “Linee di indirizzo sulla valutazione del processo di sanificazione ambientale nelle strutture ospedaliere e territoriali per il controllo delle infezioni correlate all’assistenza (ICA)”.
Il documento, redatto da un gruppo di lavoro multidisciplinare coordinato dall’Associazione Nazionale dei Medici di Direzione Ospedaliera (ANMDO) e sottoscritto dalle principali società scientifiche del settore, rappresenta un importante punto di riferimento tecnico-scientifico sul tema.
Il testo persegue la finalità di fornire indicazioni e raccomandazioni rispetto alla relazione tra igiene e ambiente a rischio di infezione, suggerendo criteri di valutazione per la sanificazione degli ambienti non solo ospedalieri ma anche territoriali allo scopo di gestire e contenere il rischio clinico correlato alla contaminazione microbica.
Partendo dalla considerazione che il rischio infettivo per pazienti, visitatori e operatori di contrarre un’infezione in ambiente ospedaliero sia abbastanza elevato e costituisca un problema serio di gestione degli ambienti sanitari, dal testo del documento si rileva che:
- le infezioni correlate all’assistenza (ICA) costituiscono un grave problema di sanità pubblica in Europa, con una prevalenza di pazienti con almeno una ICA del 6,0%;
- un’infezione contratta durante la degenza in ospedale porta ad un incremento notevole dei costi di ricovero per prolungamento della degenza, e ha un impatto economico notevole a casa dell’aumento del carico di lavoro del personale e del maggior uso di farmaci e antibiotici;
- le modalità di contaminazione sono molteplici e sono principalmente correlate:
- al tasso di produzione e rimozione di contaminati particellari e microbici mediante processi di ventilazione naturale o meccanica;
- all’apporto degli individui a contatto con le superfici, contribuendo alla diffusione microbica tramite contatto;
- ai fenomeni di sedimentazione gravitazionale delle polveri aero-sospese;
- ai processi di risospensione del particolato, causato dai fenomeni termici e cinetici legati alle correnti d’aria degli impianti di climatizzazione e delle fonti di calore interne.
In questo ambito, la sanificazione ambientale assume un ruolo fondamentale per evitare i casi di diffusione endemica. Il documento, nel fornire raccomandazioni sulla sanificazione, propone una classificazione per rischio infettivo non solo degli ambienti ospedalieri ma anche dei pazienti, specificando che:
- è necessario fissare adeguati protocolli di pulizia per il mantenimento di un elevato livello igienico dei locali;
- la catalogazione delle aree di rischio deve tener conto dello stato di salute del paziente che vi soggiorna;
- il monitoraggio del processo dovrà prevedere controlli sull’operato del personale, sulle attrezzature, sui macchinari impiegati e sulla documentazione cartacea che attesti l’avvenuta esecuzione di procedure chiave;
- il monitoraggio deve prevedere una fase di formazione sull’uso dei prodotti, sul corretto utilizzo dei materiali, sui programmi di lavaggio per il ricondizionamento igienico, sull’uso dei dosatori automatici e dei carrelli.
Inoltre, per quanto attiene ai processi di controllo per erogare al meglio il servizio di sanificazione, viene raccomandato:
- di integrare I controlli microbiologici ambientali come parte integrante e fondamentale nei processi di gestione del rischio infettivo;
- di controllare sia l’operatività dell’addetto alla sanificazione e l’idoneità dei materiali/prodotti che utilizza;
- di rrevedere un piano di campionamento mirato ed efficace in base alle caratteristiche della struttura;
- di dedicare un budget di spesa idoneo a questa attività, valutandolo anche sulla base del possibile risparmio economico che deriverà campionamento microbiologico dell’area e delle superfici.
Infine, vengono fornite raccomandazioni pratiche sull’esecuzione del monitoraggio, in particolare:
- scelta del campione di pazienti e inclusione di tutti quelli presenti in reparto alle 8:00 del mattino o prima e non dimessi al momento della rilevazione, ed esclusione di:
- pazienti in day hospital e day-surgery;
- pazienti visitati in regime ambulatoriale (outpatient);
- pazienti in pronto soccorso;
- pazienti in dialisi in regime ambulatoriale (outpatient);
- gli addetti al monitoraggio dovranno ricevere collaborazione e disponibilità personale medico ed infermieristico di reparto a colloquiare e confrontarsi su casi non codificati dalla letteratura;
- la raccolta dati dovrà avvenire classificando tutta una serie di informazioni necessarie alla valutazione finale, ovvero:
- le caratteristiche del paziente;
- il rischio base al momento del ricovero;
- il tipo di antibiotico somministrato dal reparto durante il ricovero;
- la colonizzazione da alert organism al momento del ricovero in reparto;
- la presenza di una infezione attiva a
- l momento del ricovero in reparto;
- la dimissione del paziente.
Il documento sottolinea infine l’importanza della collaborazione fra il responsabile della raccolta dati ed il personale medico e infermieristico di reparto.