Fornire ai professionisti sanitari e ai caregiver uno strumento con tutte le indicazioni per assistere le persone con demenza durante l’emergenza coronavirus, sia a casa sia nelle strutture socio sanitarie.
E’ questo l’obiettivo dell’ultimo rapporto Indicazioni ad interim per un appropriato sostegno alle persone con demenza nell’attuale scenario della pandemia di COVID-19appena pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità .
A casa è importante seguire approfonditamente le misure di igiene e, se il caregiver è straniero, assicurarsi che le informazioni siano state correttamente recepite. Oltre alle misure di igiene è sempre necessario indossare la mascherina chirurgica quando ci si avvicina alla persona cui si presta assistenza. I caregiver di persone con demenza possono essere esentati dall’uso della mascherina qualora ciò interferisse nell’interagire con la persona di cui ci si prende cura. La persona con demenza può essere esentata dall’uso della mascherina (DPCM 13 ottobre 2020). E’ necessario, inoltre, limitare le visite a casa da parte di altre persone se non strettamente necessario.
Per quanto riguarda le strutture socio sanitarie tutti gli operatori, interni ed esterni, sono tenuti ad effettuare il monitoraggio della temperatura corporea prima dell’inizio del turno lavorativo. Qualora venga rilevata una temperatura corporea> 37,5°C o altre sintomatologie pertinenti al COVID-19, è fatto divieto accedere in struttura e iniziare il turno lavorativo. L’attività di triage per gli utenti va potenziata attraverso l’alleanza medico/caregiver: il familiare deve comunicare prima dell’accesso al Centro l’insorgenza di sintomi (febbre, tosse, difficoltà respiratorie, anosmia, ageusia,) sia del soggetto che di altri conviventi. Gli utenti che fisicamente non frequentano il Centro Diurno verranno seguiti a distanza, con contatti telefonici, videochiamate o attività cognitive da remoto (videoconferenza) al fine di garantire la continuità assistenziale in atto.
Per quanto riguarda la somministrazione delle terapie il rapporto indica che la certezza della corretta somministrazione della terapia farmacologica al domicilio è possibile solo adottando un diario giornaliero come è tenuto a fare l’infermiere non solo ospedaliero ma anche residenziale che deve registrare la somministrazione o meno di ogni singola dose.
In ogni struttura semiresidenziale (es. Centro Diurno) e residenziale (es. RSA), poi, deve essere individuato un referente (e/o un gruppo operativo) per la prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza e specificatamente per COVID-19 adeguatamente formato e preparato.
Tale referente COVID-19 deve essere una figura sanitaria, presente nella struttura, appositamente dedicata alla funzione di coordinamento in caso di necessità (Direttore sanitario, Coordinatore infermieristico, Medico della struttura), dovrebbe aver effettuato il corso per referente del rischio clinico e avere competenze nella gestione e organizzazione delle attività in caso di eventi infettivi a carattere epidemico all’interno della struttura. Deve inoltre essere una persona che conosca bene il luogo di cura, le sue problematicità in base alla tipologia di pazienti e che, come già detto, sia presente nella struttura in modo da osservare, prevenire e gestire le criticità in tempo reale.
Per l’esecuzione dei tamponi da effettuare nelle RSA, il rapporto indica che la corretta esecuzione del tampone COVID-19 in una persona con demenza dipende da numerose variabili: vigilanza del paziente, collaborazione dello stesso, grado di deterioramento cognitivo da cui può dipendere la corretta comprensione della metodologia dell’esame, l’ambiente in cui viene eseguito l’esame, la modalità di approccio del personale.
L’infermiere coordinatore di reparto, o un suo delegato, per la sua presenza giornaliera con orario centrale dovrebbe comunque sempre essere formato all’esecuzione corretta del tampone e ad un adeguato approccio comportamentale ed essere di riferimento per il restante personale.