Mancano gli infermieri in Italia, ma negli ultimi due anni le università hanno detto no a 18.798 domande d’iscrizione per mancanza di corsi.
Lo denuncia oggi Uneba Veneto, in occasione della Giornata internazionale dell’Infermiere, e in vista di un convegno sul tema organizzato a Verona il 20 maggio prossimo in collaborazione con l’Università di Verona.
Negli ultimi 20 anni, rileva Uneba, i posti disponibili per frequentare i corsi di laurea per infermieri sono stati 309.962 a fronte di un fabbisogno stimato dalle categorie di 410.075, e di altri 378.000 per il turnover. Solo negli ultimi due anni, su 43.671 domande di iscrizione agli specifici corsi di laurea ne sono state respinte 18.798, perché in eccesso rispetto al numero di posti disponibili per il primo anno.
Per l’anno 2021-2022 ci sono state 17.394 iscrizioni su 27.658 domande presentate – 10.264 non accettate, pari al 37% – mentre nel 2020-2021 erano stati ammessi 16.013 studenti su 24.547 domande, con uno scarto negativo di 8.534 (35%). “Se le università avessero accolto le richieste di tutti gli aspiranti infermieri, con il corso universitario di tre anni avremmo avuto oggi almeno 14.000 nuovi infermieri”, sottolinea Uneba.
Attualmente gli infermieri in Italia sono 446.055, e solo 17.394 sono gli iscritti al primo anno nei corsi di laurea dell’anno accademico 2021-22. In Veneto, in particolare, per l’anno 2021-2022 le categorie del comparto sanitario hanno stimato la necessità di avere 4.290 posti per i corsi di laurea, mentre le università hanno messo a bando solo 1.519 posti.
“Con il Pnrr – sottolinea il vicepresidente di Uneba Nazionale, Fabio Toso – serviranno ancora più infermieri in vista dell’introduzione del nuovo ‘infermiere di comunità ’, uno ogni 3.000; questo significa quasi 20 mila nuovi infermieri. Con 1.200 nuove case di comunità serviranno almeno altri 10.000 nuovi infermieri. La richiesta totale sale quindi a 30.000, in un momento in cui si registra un’emergenza infermieristica già molto preoccupante” conclude.Â