Centinaia di migliaia di Infermieri del Servizio Sanitario Nazionale hanno scioperato per il secondo giorno. All’azione di protesta intrapresa dal Royal College Of Nursing si sono unite circa 12 mila unità tra staff dell’emergenza medica, paramedici e operatori telefonici dell’emergenza.
Le proteste e gli scioperi intrapresi il mese scorso sono già passate alla storia come le più importanti in 75 anni, ossia da quando è stato fondato il Servizio Sanitario Nazionale.
I nostri colleghi d’oltreoceano stanno scioperando a causa di una retribuzione retrodatata ad aprile dello scorso anno e imposta dall’NHS di 1400 sterline. Lo sciopero sarebbe stato ancor più importante se l’RCN (Royal College of Nursing) non avesse accettato l’accordo proposto dal partito Labourista Gallese che offre un misero 3% in più dello stipendio lordo che si traduce, quindi, in un 1,5% netto in più per l’anno corrente.
Ethnea, infermiera presso il St Thomas’ di Londra afferma: “Sono 10 anni che il Servizio Sanitario Nazionale non apprezza il nostro lavoro. E ho potuto provarlo durante la mia attività lavorativa. Riceviamo continuamente incrementi salariali nettamente inferiori rispetto all’inflazione e, così, finisci per sentirti sottovalutato”.
L’appena assunta Annie afferma: Per me non è assolutamente concepibile ricevere 9/10 pazienti che stanno molto male in un reparto di oncologia, il che non fa altro che allontanare i giovani infermieri dalla professione. Il Governo sta cercando di mascherare quello che sta realmente accadendo all’NHS e, ciò è dipeso dalla nostra volontà di portarlo avanti. Ma il giochino è finito perché i pazienti non sono più al sicuro”.
Rosa, infermiera ricercatrice oncologica, originaria della Spagna, ha lavorato al Christie Hospital per 5 anni. “Le persone trovano molto difficile ricevere appuntamenti con il Medico di Famiglia per cui gli esami vengono rinviati e così via…Prima ricevi una diagnosi di cancro e hai maggiori possibilità di salvarti”.
Condannando il fatto che durante la pandemia gli anziani venissero dimessi senza eseguire tamponi per la ricerca del Covid, Rosa prosegue: “Durante il Covid gli infermieri di famiglia e comunità venivano pagati molto poco e avevano un sacco di responsabilità, si ammalavano contraendo il virus e tanti, purtroppo, morivano”.
Hanna, anch’essa infermiera presso il Christie, prosegue: “La protesta riguarda più che lo stipendio. In questo momento i reparti sono quasi al collasso. Terminiamo i turni portandoci un senso di ansia a lasciare i pazienti senza il numero adeguato di professionisti sanitari. E non abbiamo tempo per dare l’assistenza necessaria e che vorremmo erogare.”
Olivia Summerville, un’Infermiera del reparto di emergenza/urgenza all’Arrow Park afferma che gli infermieri stanno scioperando per dei motivi molto importanti: “Siamo stanchi di prestare assistenza nei corridoi dei PS, siamo stufi di lavorare tutti i weekend, siamo stanchi di usare la carta di credito e cercare agenzie per fare straordinari. Siamo stanchi di non essere in grado di prenderci adeguatamente cura dei nostri pazienti“.