Riconoscimento della professione infermieristica come usurante: l’audizione FNOPI al Senato

Eliminazione strutturale (e non più con il limite al 2025) del vincolo di esclusività; monitoraggio e pieno controllo degli ordini professionali per l’esercizio temporaneo di attività sanitarie da parte di chi ha conseguito titoli all’estero; accanto alla previsione del beneficio pensionistico per i lavoratori che prestano attività nei servizi di urgenza ed emergenza, riconoscimento della professione infermieristica tra le attività usuranti e non solo gravoseprestazioni aggiuntive e relativi compensi “strutturali” in tutte le Regioni e non più legati a singole e periodiche previsioni di legge.

Per quanto riguarda la violenza, poi, gli infermieri sono i più colpiti dalle aggressioni perché ‘prima linea’ del Ssn sia in ospedale nel triage che sul territorio nell’assistenza domiciliare (ADI). Pieno appoggio, quindi, alle scelte del Governo fatte nel decreto 34 di inasprire le pene per gli aggressori, ma anche riorganizzazione dei servizi, provvedimenti contro la carenza di personale – causa delle attese che generano stress provocando aggressioni – e una maggiore educazione al rispetto di chi cura. Le aggressioni producono anche costi economici: lo studio CEASE-it promosso dalla FNOPI e condotto da otto università italiane ha evidenziato una maggiore spesa per giornate di assenza tra gli 11 e i 34 milioni in base alla gravità della violenza subita

Sono le richieste di modifica della Federazione nazionale delle professioni infermieristiche (FNOPI) al testo del Dl “bollette” 34/2023illustrate e motivate nel corso di un’audizione alle Commissioni riunite Finanze e Affari Sociali della Camera dal Consigliere nazionale Carmelo Gagliano. Tre obiettivi prioritari: far fronte alla carenza di infermieri, consentire lo sviluppo dell’assistenza sul territorio, contrastare le aggressioni al personale sanitario

Sull’esclusività, la FNOPI sottolinea che il limite al 2025 della sua eliminazione, è dettato sicuramente dal timore che il Ssn possa andare in difficoltà con un eccesso di libera professione e quindi con la volontà di tenerla sotto osservazione e sotto controllo per i prossimi due anni. “Se questo fosse il timore principale ha affermato FNOPI – dimostra una volta di più che il Servizio sanitario nazionale è sorretto dagli infermieri che lavorano ben oltre il loro normale orario contrattuale”.

Un timore però che, per la FNOPI, non deve bloccare la norma e, anzi, deve aprire un serio dibattito sulle dotazioni organiche. Si pensi ad esempio al massiccio ricorso del lavoro straordinario da parte degli infermieri dipendenti: in media 150 ore ciascuno, secondo l’elaborazione dei dati contenuti nel Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, con punte anche oltre 170 in base alla carenza regionale.

Quindi, ha sottolineato la FNOPI, la tenuta del Servizio sanitario nazionale va garantita con un numero congruo di organici e non con la limitazione della libera professione che gli infermieri possono svolgere per mettere al servizio della comunità e del Ssn le loro competenze più avanzate.

Rispetto alle previsioni per i professionisti che provengono dall’estero e sono ammessi in servizio senza le normali verifiche previste dalla legge per far fronte alla forte carenza di organici, la FNOPI chiede il coinvolgimento degli ordini, quali enti sussidiari dello Stato, nel sistema di monitoraggio dell’ingresso dei professionisti da altri Paesi e propone l’istituzione di apposite sezioni speciali negli albi provinciali a cui i professionisti che esercitano temporaneamente, e in deroga, alle disposizioni nazionali sul riconoscimento dei titoli, devono iscriversi per esercitare la professione nel nostro Paese, prevedendo anche la possibilità di una verifica della conoscenza della lingua italiana.

Bene poi la previsione del beneficio pensionistico per chi lavora nei servizi di urgenza ed emergenza, ma in questo senso la FNOPI ritiene che la professione infermieristica, riconosciuta oggi solo tra i “lavori gravosi” e non tra quelli “usuranti”, necessiti di una rivisitazione e ampliamento dei benefici proprio come fa il DL n 34/2023. La qualità, la tipologia, le peculiarità del servizio infermieristico e il carattere stressante dell’attività svolta che ad esempio – ma non solo, COVID-19 ha solo reso maggiore l’evidenza – provocano burnout e stress psico-fisico che negli ultimi tre anni hanno colpito tra il 30 e il 50% degli operatori sanitari e a fine pandemia possono lasciare tracce indelebili.

“Gli infermieri sono responsabili di vite umane e questo – commenta la FNOPI – non è un compito solo gravoso’”.

Durante l’audizione la Federazione ha anche ipotizzato ulteriori modifiche al testo per riequilibrare alcune difformità oggi presenti a livello organizzativo, dal riconoscimento dell’indennità di esclusività anche per tutti i dirigenti delle professioni sanitarie come oggi avviene per gli altri dirigenti sanitari all’istituzione di un elenco nazionale per direttori delle professioni infermieristiche e tecnico sanitarie per uniformare la disciplina sulla dirigenza sanitaria e le relative modalità applicative e non solo, dalla revisione delle Commissioni d’Albo previste dalla legge 3/2018 alla previsione di permessi per riunioni ordinistiche e istituzionali per i componenti degli organi degli ordini e della Federazione.

Tratto dal sito istituzionale FNOPI