Nursind Torino: “Nelle ASL 1 milione di ore di straordinari e decine di migliaia di ferie non godute”

Il Nursind Piemonte, con una nota, denuncia la situazione assurda che si è venuta a creare all’interno delle ASL piemontesi che si reggerebbero in piedi grazie all’emergenza, ossia ai continui straordinari e alle ferie non godute dal personale infermieristico.

Francesco Coppolella, segretario Nursing Piemonte, spiega in dettaglio la situazione, affermando: “i dati sulle ore di straordinario e sulle ferie residue al 31 dicembre 2022 ci parlano di una proiezione su tutte le aziende sanitarie di oltre un milione di ore di straordinari e decine di migliaia di ferie non godute su tutto il Piemonte. Dividendo le ore dello straordinario per il numero delle ore annuali possiamo parlare di una forza lavoro di circa 115 infermieri che non ci sono. Si scopre come solo grazie alle ore extra lavoro è possibile coprire una carenza cosi quantificata, dove ormai lo straordinario è utilizzato come fattore di programmazione ordinaria per la coperture dei turni di servizio. Ore che peraltro risulta per ovvie ragioni, impossibile recuperare.

Giornate che dovrebbero essere godute nell’anno di spettanza ma che spesso vengono derogate, per quest’anno, fino a settembre 2023. Anche nel periodo estivo i giorni autorizzati o ancora da autorizzare sono inferiori a quelli contrattualmente previsti e prevediamo una stagione estiva complicata. Dividendo le giornate di ferie non godute nell’anno di spettanza per il numero di giornate lavorative annuali, risultano circa 120 unità che servirebbero a garanzia del questo diritto.

Solo sommando questi due dati possiamo affermare che sono 230 gli infermieri che mancano all’appello all’Asl di Torino, se volessimo garantire loro condizioni di lavoro dignitose e rispettose dei contratti – aggiunge Coppolella -. Chiediamoci il perché sempre più colleghi scelgono altre strade, come quella di licenziarsi. Anche l’utilizzo sempre più frequente di richiesta di prestazioni orarie aggiuntive volontarie retribuite oltre l’orario di lavoro per la copertura di turni scoperti, strumento che si rende necessario a garantire la continuità assistenziale, certifica l’imponente carenza di personale.

Con questi numeri non si va da nessuna parte, altro che case della salute e ospedali di comunità se neanche riusciamo a garantire l’esistente. Continuare a fare fuoco con la stessa legna non è più possibile se non si prende atto che ogni euro previsto per le assunzioni debba essere impegnato per prendere fino all’ultimo operatore“.