Medici e Infermieri dell’Aeronautica non servono più dopo il Covid: licenziati

Gli eroi dell’emergenza Covid, ne servivano così tanti da assumerne anche con contratti a tempo determinato per poi non rinnovargli il contratto, nonostante la situazione sanitaria del paese sia in ginocchio e vi sia una costante carenza di tali figure professionali sia a livello pubblico che privato. Ed è proprio questa la fine che faranno tanti sottoufficiali e ufficiali medici e infermieri dell’Aeronautica militare Italiana a partire dal 30 Giugno, quando scadrà il contratto e rimarranno senza lavoro.

A denunciare la situazione è il sindacato dei militari Avieri che, in una nota, ci fornisce tanti dettagli: “Ci sono stati dei Militari che sono stati chiamati a fronteggiare la Pandemia che aveva colpito anche l’Italia. Questi sono Sottufficiali e Ufficiali Medici e Infermieri arruolati a tempo determinato ma che ora rischiano di trovarsi senza un lavoro pur essendo dei professionisti nel loro settore. Pregiatissime Autorità, sono a rappresentarvi la grave questione dei sottufficiali infermieri e ufficiali medici arruolati a tempo determinato dapprima in virtù dell’art 19 del D.L. 34/2020 e, in seguito, con ulteriori provvedimenti legislativi che hanno determinato da ultima la scadenza del rapporto lavorativo per il prossimo 30 giugno.  Il personale sopra citato è stato arruolato al fine di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, inizialmente con una ferma eccezionale della durata di un anno, prorogata in seguito con una sequenza di interventi legislativi che si sono susseguiti anche dopo il periodo emergenziale COVID, fino a determinare ben 5 rafferme. 

Ebbene, gli interessati, dopo aver dato un fondamentale ed essenziale contributo alla Forza Armata nel fronteggiare la criticità del sistema sanitario militare, si trovano oggi a subire una inaccettabile incertezza professionale e di vita familiare, dovuta all’imminente licenziamento. Il susseguirsi delle proroghe, anche oltre le condizioni normative legittimanti la loro assunzione “diretta”, ha determinato negli interessati legittime aspettative di impiego definitivo nella Forza Armata, ma altresì conseguenze sulle mancate opportunità di impiego nel settore privato e pubblico non militare, incluse quelle future, data la maggiore età anagrafica conseguita nel corso dei rinvii normativi“.

E, purtroppo, piove sul bagnato. A partire dai prossimi mesi ci sarà una serie di pensionamenti che metterà ancora più in difficoltà il personale sanitario militare, già all’osso. La tipica contraddizione all’italiana.

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