Infermiera emigrata a Bruxelles: “Qui stipendio e crescita professionale, in Italia fatichi ad arrivare a fine mese”

Nella puntata di Tagadà del 23 Giugno si è parlato della situazione sanitaria italiana e, nello specifico, del problema legato alla carenza di Infermieri nel pubblico e, ormai, anche nelle strutture private. In diretta è stata intervistata una nostra collega, emigrata a Bruxelles qualche anno fa, e che ha descritto senza troppo giri di parole la situazione in cui riversiamo in Italia da ormai troppi anni.

Francesca Zoppi, 26 anni, lavora in Cardiologia e, prima di intraprendere la strada all’estero ha avuto diverse esperienze professionali in Italia. “Nel 2019, dopo essermi laureata, ho avuto esperienze professionali nella sanità pubblica, ma ho deciso di trasferirmi perché fortemente demotivata e scontenta. Nessuna possibilità di crescita professionale e di carriera e, soprattutto, non vedevo la possibilità di crearmi una vita privata al di la dell’ambito lavorativo“.

Nel 2019 mi sono affidata alle Agenzie Interinali in quanto le possibilità tramite concorsi erano limitate. Mi venivano somministrati contratti mensili, con cambi di reparto anche ogni settimana e, quindi, veniva a mancare la continuità di cura del paziente e la qualità dell’assistenza che deriva dalla stessa. Il tutto per uno stipendio mensile che si attestava sui 1400 euro.

In Belgio senza esperienza e senza lavoro notturno si parte da uno stipendio di 2400 euro.” E, noi della redazione, crediamo che anche le possibilità di crescita professionale e quelle lavorative siano del tutto incomparabili con quelle che troviamo qui in Italia.

Tagadà, video Intervista completa

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