Aveva chiesto al collega di timbrare al suo posto: Infermiera ritorna a lavoro

Lo scorso febbraio, i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità, avevano condannato l’infermiera Rosa Izzo ad un anno di sospensione dall’esercizio professionale e al pagamento dei danni risultanti da alcune timbrature che la stessa aveva fatto effettuare ad un suo collega, per poi presentarsi sul luogo di lavoro qualche ora dopo.

L’accusa comminatale era di truffa aggravata ai danni dello Stato e inosservanza delle norme sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.

L’infermiera è ritornata a lavorare al Ruggi d’Aragona, dopo aver avuto accesso al rito alternativo della messa alla prova, e dopo aver provveduto al versamento in favore dell’azienda ospedaliera dell’importo di mille euro di cui circa 500 rappresenta la retribuzione contestata come indebitamente percepita per le 27 ore di lavoro non svolto. 

La collega era stata coinvolta già nella precedente maxi inchiesta che travolse il Ruggi qualche anno fa, riguardante sempre lo scandalo timbrature. Ora sembra tutta acqua passata dopo che il giudice ha accettato l’istanza presentata dal legale della Izzo.