Infermiere di famiglia e polverone Ferrara, Nursind risponde alle accuse

Il Nursind, tramite una lunga nota affidata alla Coordinatrice territoriale Emilia Romagna, Antonella Rodigliano, ha risposto alle accuse mosse nei giorni scorsi dal FIMMG (Sindacato dei Medici di Base). Secondo lo stesso, infatti, gli Infermieri di Famiglia e Comunità dell’AUSL Ferrara “giocherebbero a fare i medici, andando a minare il già difficile rapporto medico di base – paziente“.

Nella nota si legge: “Non c’è alcuna ingerenza, né tentativi di sottrarre competenze ad altre figure, ma si tratta solo di due professionalità differenti che però devono trovare la giusta sinergia per lavorare insieme, soprattutto in un momento in cui la medicina territoriale sta vivendo un importante momento di riorganizzazione, che necessità di mantenere al centro chi ogni giorno è al fianco dei cittadini e dei pazienti per rispondere alle loro esigenze.

Questo modello di medicina delle cure primarie è in linea con le indicazioni della legge sulla riorganizzazione del territorio (DM 77 /2022), che mira a promuovere la presa in carico integrata e di qualità dei pazienti, oltre che a ridurre le diseguaglianze e a valorizzare il ruolo dei professionisti sanitari.

Siamo quindi sorpresi e delusi dal tono aggressivo e denigratorio della lettera inviata dalla suddetta associazione di medici di base, in cui si accusano alcuni infermieri di comunità in maniera infondata e ingiusta, rischiando di danneggiare il clima di cooperazione e rispetto che caratterizza il lavoro degli infermieri di comunità.

Chiediamo di fare un passo indietro e correggere le affermazioni rivolte ingiustamente agli infermieri di comunità. Infermieri che svolgono il loro lavoro con competenza, dedizione e professionalità, nel pieno rispetto delle competenze e delle responsabilità dei medici di base. Chiediamo inoltre a questi ultimi di riconoscere il valore aggiunto del servizio degli infermieri di comunità e di collaborare con loro per garantire ai pazienti una presa in carico integrata e di qualità.

 Il servizio Ifec è una buona pratica da difendere e da valorizzare, per il bene dei pazienti e del sistema sanitario ferrarese e non solo. Siamo consapevoli delle difficoltà che il nostro sistema pubblico e universale sta affrontando, a causa dei tagli e della carenza di personale, ed è per questo che chiediamo alle istituzioni competenti di sostenere una vera riforma della medicina di prossimità, di investire nelle risorse umane e materiali necessarie per garantire i servizi essenziali per le persone e di valorizzare il lavoro multiprofessionale in team. 

Non vogliamo fare i medici, ma esigiamo rispetto e riteniamo che ognuno debba collaborare nel rispetto delle proprie competenze, cercando di superare posizioni preconcette. Oggi l’infermiere ha una professionalità maggiore rispetto al passato, grazie ad un percorso universitario e una formazione accresciuta, eppure non ha purtroppo una retribuzione adeguata: chiediamo alle istituzioni di sostenere gli infermieri di famiglia e di comunità, che rappresentano una risorsa preziosa per il sistema sanitario pubblico, e un impegno serio a rivedere retribuzioni ormai non al passo con i tempi e non proporzionali al carico lavorativo“.

Si conclude così la nota del Nursind Emilia Romagna. A questo punto non possiamo far altro che attendere eventuali sviluppi, consci del fatto che alla base dell’assistenza territoriale dovrebbe esserci una collaborazione stretta tra medici e Infermieri di famiglia, affinché vengano garantite assistenza e prestazioni adeguate.