Numerose le segnalazioni ricevute dall’OPI di Firenze – Pistoia in merito alla situazione lavorativa all’interno degli istituti penitenziari di Firenze, Pistoia e relativi comuni. Condizioni lavorative che, nel corso delle ultime settimane, sarebbero diventate inaccettabili a causa del caldo, dell’incremento del numero di aggressioni al personale sanitario e dall’assenza di software di nuova generazione, con l’utilizzo di documentazione cartacea.
A Firenze, Sollicciano fa da capofila per una situazione che secondo Opi Firenze-Pistoia sarebbe quanto prima da rimodulare. I numeri qui parlano di circa 500 detenuti, oltre 40 infermieri a lavoro, locali per attività sanitarie non sufficienti come dimensioni e spesso a uso promiscuo, fatiscenti e con infiltrazioni di acqua, climatizzazione carente (sia in estate che in inverno), montacarichi cronicamente difettosi, che comportano da parte degli infermieri il trasporto a braccia dei carrelli per la somministrazione della terapia. E poi, non ultima, la carenza di personale di polizia penitenziaria, che costringe quello sanitario a rimodulare gli assetti organizzativi in base alle disponibilità.
L’OPI, con una nota, ha deciso di accendere i riflettori su questa situazione, affermando:
“Questo vuol dire che, per carenza o anche solo per disorganizzazione, i nostri infermieri in alcune occasioni non vengono accompagnati nelle attività, non avendo garantita la sicurezza come ad esempio nella delicata fase di somministrazione della terapia. Una sommatoria di profondi disagi, perpetuati nel tempo e mai risolti contribuiscono a favorire sommosse e atti di violenza verso il personale; dall’inizio del 2023 ce ne vengono segnalati già una cinquantina, alcuni dei quali di estrema gravità.
Inoltre, nelle infermerie si lavora anche con temperature elevate dovute al caldo, che non consentono neanche la giusta conservazione dei farmaci. Gli infermieri a lavoro nelle carceri hanno il diritto a condizioni di lavoro rispettose delle normative in materia (Decreto 81/2008); non possono operare costantemente sotto stress. Oggi invece sono spesso costretti ad abbandonate un setting lavorativo anche interessante e gratificante sotto alcuni aspetti per motivazioni di contesto“.
Problematiche non troppo diverse al Gozzini, con 100 detenuti circa, 3 infermieri e nessun locale dedicato a spogliatoio del personale sanitario. Problemi di climatizzazione vengono riscontrati al Meucci, dove si trovano 10 detenuti minori e 3 infermieri.
Non va meglio nella casa circondariale di Pistoia, con circa 50 detenuti e 5 infermieri. “Chiediamo maggiore tutela dei diritti dei nostri professionisti a lavoro nelle carceri perché non ci sono infermieri né pazienti di serie A e B: negli ospedali, come in altre strutture, occorre operare nelle condizioni di lavoro garantite dalla legge, a vantaggio non solo della propria qualità di vita, ma anche dei detenuti stessi e di tutta la collettività“.