Infermiera aggredita a Cosenza: è allarme sociale

Ennesimo e grave episodio di aggressione ai danni di un’Infermiera. Questa volta si è verificato a Cosenza dove una collega e una conducente dell’auto medica dell’ASP, sono state spinte, strattonate e hanno ricevuto insulti. L’auto medica era stata attivata precedentemente dalla Centrale Operativa 118 per un malore in strada.

L’episodio è stato denunciato dalla CGIL che, in una nota, ha posto l’attenzione su quanto siano incrementati questi eventi aggressivi verso il personale sanitario nel corso dell’ultimo anno:

“Non si può più tergiversare. Non bastano più gli attestati di solidarietà, è arrivato il momento di agire e difendere questi lavoratori, perché, purtroppo, il fenomeno delle aggressioni è in crescita, tanto da diventare un vero e proprio allarme sociale, non solo in relazione alle conseguenze dirette per chi subisce l’aggressione, ma anche perché si tratta di episodi che mettono in discussione la sicurezza e l’organizzazione delle strutture sanitarie. I luoghi maggiormente colpiti dalla violenza sono i pronto soccorso e i servizi di emergenza – urgenza (il servizio di 118), le strutture psichiatriche ospedaliere e territoriali. Tra le cause scatenanti la violenza dei pazienti e dei loro familiari vi sono le lunghe attese che, a volte, favoriscono nei pazienti o nei loro familiari uno stato di frustrazione per l’impossibilità di ottenere subito le prestazioni richieste.

Come Cgil e come Fp Cgil, da sempre impegnati a ridare dignità e valore al lavoro degli operatori sanitari riteniamo che vadano rimosse alla radice le principali cause che danno origine al fenomeno. Occorre, cioè, prima di tutto agire sulle disfunzioni organizzative che, senza un consistente incremento delle dotazioni organiche del personale, non sono superabili. Si deve necessariamente attivare un piano straordinario per l’occupazione potenziando il personale sanitario e la  formazione e, soprattutto, rendere le professioni sanitarie più attrattive, aumentando le retribuzioni e rendendo il luogo di lavoro più sicuro e più vivibile. Bisogna potenziare e migliorare la medicina territoriale per ridurre gli accessi impropri nei reparti di emergenza e urgenza.

Oggi sono tanti coloro che si recano in pronto soccorso in assenza di una medicina territoriale degna di questo nome. Bisogna ancora poi porre fine al continuo definanziamento del Servizio Sanitario Nazionale e rilanciare le politiche sociali, i servizi territoriali e far fronte ai nuovi bisogni”.

Intervista tratta da La gazzetta Del Sud