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Demansionamento: all’ASL Lanciano Vasto Chieti richiesto maxi risarcimento per un Infermiere

Demansionamento: un problema che affligge il pubblico e il privato da anni. A nulla servono le varie condanne comminate alle ASL italiane in quanto il demansionamento stesso continua ad essere presente quotidianamente all’interno delle Unità Operative. Gli infermieri che lo combattono spesso si trovano contro i colleghi stessi che, purtroppo, hanno ancora in mente la figura dell’infermiere volto alla vocazione.

Come segnalato in un nostro articolo recente (ndr, Infermiere demansionato: condannata ASL Lecce al risarcimento dei danni) il demansionamento finalmente viene condannato dai tribunali e viene previsto un risarcimento ai danni di chi lo subisce.

E’ notizia di questi giorni che un collega ha richiesto all’ASL Lanciano – Vasto – Chieti 2 il risarcimento dei danni in quanto afferma di essere stato “costretto” dall’Azienda a svolgere attività non proprie del suo profilo professionale di Infermiere per oltre 18 anni.

Il sindacato autonomo Infermieristico, Nursing Up, tramite il proprio referente territoriale, Patrizia Bianchi ha fatto sapere in un’intervista pubblicata su VastoWeb: “Si parla di demansionamento quando un lavoratore viene adibito ad attività nettamente inferiori rispetto al proprio profilo di appartenenza in maniera protratta nel tempo, ad esempio quando un infermiere svolge mansioni proprie dell’OSS. Questi porta l’infermiere a trascurare le attività più complesse. Scende dunque la qualità assistenziale prestata al paziente“.

Già in passato l’ASL Lanciano – Vasto – Chieti era stata condannata dalla Corte d’Appello de L’Aquila, sentenza poi confermata in Cassazione, per il demansionamento protratto nel tempo ad un altro Infermiere. Il problema si è ripetuto e, questa volta, in maniera nettamente più importante proprio perché l’Infermiere che ha citato in giudizio l’ASL ritiene di essere stato demansionato per più di 18 anni. Il 12 Ottobre ci sarà l’udienza a Chieti.